Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ANSELMI
Giulio Valbrevenna (Genova) 27 febbraio 1945. Giornalista. «Ho imparato solo negli ultimi anni che non si deve mai umiliare nessuno» • Direttore de La Stampa (dal luglio 2005). Ex direttore di Secolo XIX,
Messaggero, Mondo, Ansa, L’Espresso. Ha cominciato collaborando con il Corriere Mercantile, nel 69 con
Stampa Sera, poi ha fatto l’inviato speciale a Panorama • Essendogli morto a 11 anni il padre (e la madre non c’era già più), venne affidato al cardinale Siri di Genova, che gli fece da tutore. Rapporti
pessimi, recuperati nella maturità. «Lo andai a trovare dopo che era stato messo in pensione. Lo trovai con uno
scialletto sulle spalle come una vecchietta. Ugo, il vecchio autista, mi disse:
“Il cardinale non è più lo stesso, credo che non preghi nemmeno più”» • Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha esercitato per un po’ l’avvocatura. «Ricordo un poveretto che aveva ucciso il padre adottivo a bastonate perché lo insidiava. Poi riuscii a fare assolvere uno che aveva dato fuoco alla
cascina del vicino» • Viene dalla cucciolata di Lamberto Sechi, come Rinaldi, Sabelli Fioretti e
Rossella: «Sono nato a Panorama, che si sforzava di dire le cose com’erano con molte perline luccicanti. Sono orgoglioso dei rudimenti di economia
che mi sono fatto al Mondo, che fu uno dei miei tanti azzardi: andai a
dirigerlo senza sapere nulla di più dell’esame di Economia politica fatto all’università… Ero una bestia. Ma ho imparato in fretta e ne sono molto contento»
• «I grandi giornali sono fatti di una metà di gente che lavora, un’altra metà che pensa ai fatti propri e di una minoranza che ha come occupazione principale
quella di danneggiare gli altri».