Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

ANDREATTA

Beniamino Trento 11 agosto 1928. Politico. Economista. Laureato in Giurisprudenza, docente universitario, fa il
suo ingresso al governo per la prima volta nel 79 come ministro del Bilancio e
della programmazione economica nel Cossiga I; è ministro senza portafoglio con incarichi speciali nel Cossiga II, ministro del
tesoro con Forlani e Spadolini, ministro del Bilancio con Amato, ministro degli
Affari esteri con Ciampi, ministro della Difesa con Prodi. «Una dimostrazione di rigore laico la diede nel giudicare, da ministro del
Tesoro, le responsabilità della banca vaticana Ior nel crac dell’Ambrosiano e ciò non piacque al partito e fu il presupposto della mancata designazione nei
successivi governi. Nell’83, dopo la sconfitta elettorale della Dc con sei punti lasciati sul campo, si
batté per una rifondazione alla tedesca del partito, per importare al di qua delle
Alpi la laicizzazione che Helmut Kohl aveva impresso alla Cdu. Giorgio
Forattini interpretò alla sua maniera quella proposta, vestendo il professore trentino da unno e
disegnandolo mentre prendeva a calci la dirigenza del partito. Anticipatore lo è stato anche per i processi politici che hanno portato alla scomparsa della Dc e
alla nascita del Ppi prima e della Margherita dopo. Sarà perché è sua concittadina - anche la Margherita è nata a Trento - ma il professore è stato tra i primi a intuirne le potenzialità. Del resto l’esigenza di un dialogo ravvicinato tra cattolici democratici e cultura laica è stata una costante della sua azione. Non va dimenticato che fu lui a impegnarsi
più di altri nell’operazione, quella che portò alla candidatura di Umberto Agnelli nelle liste della Dc. “Per recuperare la fiducia dell’elettorato moderato - sostenne al congresso del Ppi del 94 - dobbiamo muoverci
su una rotta opposta a quella della vecchia Dc. Dobbiamo essere il partito del
risanamento, il partito delle privatizzazioni, per liquidare lo Stato
imprenditore, la distorsione della concorrenza, l’inquinamento della competitività”. Una volta diventato primo ministro Romano Prodi, soffrirà della rottura del 99 tra il suo allievo e i Popolari e, in parallelo, guarderà con interesse alla nascita dei Democratici, una tappa che porterà alla Margherita» (Dario Di Vico)
• è in coma dal 15 dicembre 1999.