Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ANCESCHI
Giovanni Milano 12 settembre 1939. Artista. «È un incrocio, un trivio o più probabilmente un quadrivio: arte programmata, scuola di Ulm, grafica di
pubblica utilità, insegnamento universitario, dal Dams di Bologna allo Iuav di Venezia. La sua
persona ha attraversato, ed È stata attraversata, da mezzo secolo di cultura italiana, quella che ha
praticato l’innovazione dei linguaggi e delle forme espressive nel modo più utile e sintetico: mediante il fare. Anceschi rappresenta la linea lombarda,
come recita il titolo di un libro del padre, il grande Luciano, filosofo,
studioso di estetica. Ha studiato filosofia, a Milano, con Enzo Paci e Cesare
Musatti. “Cominciammo il corso commentando
Le meditazioni cartesiane di Husserl, un testo arduo che Paci ci spiegava e discuteva con noi. Musatti si
dedicava in quegli anni, parlo della metà degli anni Cinquanta, allo studio della Gestalt. Tuttavia nel 1957-58 ho detto
a mio padre: “Non mi laureo, voglio fare il pittore”. Mi ha risposto: “Devi imparare a disegnare”. E così mi ha portato da Achille Funi che insegnava a Brera”. Ecco il primo incrocio di Giovanni Anceschi: da una parte l’arte, dall’altra la filosofia. Sceglie l’arte. “Frequentavo Brera come uditore. Ho imparato a fare l’affresco”» (Marco Belpoliti).