R. Mas., La Stampa 5/7/2011, 5 luglio 2011
«RIVENDICO LE MIE BOCCATE DI LIBERTA’»
Vittorio Messori la disturbo? Stava scrivendo?
«Veramente mi stavo facendo una fantastica Marlboro Rossa».
Uno sberleffo al sindaco di Firenze?
«Ma no! Solo che non sopporto il buonismo liberale e il politicamente corretto. Per cui non te la puoi prendere più con nessuno, eccetto che con tre categorie: i fumatori, i cacciatori e i cattolici. Su questi si può dire di tutto. Sugli altri è tabù».
Andiamo, non la faccia tragica!
«Invece sì. Se tu dici qualcosa su un nero, un ebreo, una donna, un omosessuale ... niente di razzista, sia chiaro, semplicemente dici che tu non sei così, che sei differente, rischi il linciaggio».
Meglio infierire, invece?
«Ma no. Certo che devi rispettare tutti per quello che sono. Ma nella verità, senza doppiezze. Io non sopporto lo Stato etico che come una mamma buona vuole dirmi quello che è meglio per me, a suon di leggi. Rivendico il primato del libero arbitrio. E anche la libertà di fumare. E poi lo Stato da una parte predica contro la sigaretta e dall’altra arraffa tasse a man bassa dai fumatori».
Lei fuma molto?
«No. Fumo pochissimo. Durante la Settimana Santa non fumo affatto. Volendo potrei smettere, ma non ci penso neppure: in questa folla di benpensanti politicamente corretti, la sigaretta è una testimonianza. E io la tengo accesa».
[R. MAS.]