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 2011  luglio 05 Martedì calendario

SCIMPANZE’: CON I GESTI LANCIA 66 MESSAGGI

Che gli scimpanzè sappiano comunicare gestualmente è un fatto assodato da tempo. Furono i coniugi americani Gardner a scoprirlo, insegnando a una giovane scimpanzè, l a celeberrima Washoe, i gesti di un linguaggio semplificato per sordomuti, l’American Sign Language. Fu una rivoluzione, perché precedentemente gli sforzi venivano tutti rivolti a tentare di insegnare, con scarsi risultati, a giovani scimmie parole umane. Grande fatica per quasi niente: poche parole ripetute, semplici come mama, papa, cup e up, ovvero mamma, papà, tazza e su (i ricercatori erano gli americani K. C. e C. Hayes, mentre la giovane scimmia si chiamava Viki). Con la gestualità, invece, s’ottenne molto, così come poi con l’uso di simboli magnetici da far aderire a una lavagna altrettanto magnetica, o infine comunicando attraverso la tastiera di un computer. Lo scopo, comunque, rimaneva quello di dialogare con loro. Del tipo (assai semplificando e tornando alle nostre esperienze infantili): «Tu Cita, io Tarzan» , nota frase cinematografica sempre accompagnata, non si sa mai, dalla più ovvia delle gestualità. Però, dopo la facile intuizione (o almeno avrebbe dovuto essere tale) che con gli scimpanzè era decisamente meglio usare l’imitazione gestuale piuttosto che perdere tempo con quella vocale, per la quale non erano attrezzati, ciò che fino ad oggi è mancato era il sapere fino a che punto questa capacità comunicativa fatta di gesti venisse usata spontaneamente tra gli scimpanzè stessi, indipendentemente dalla presenza o meno di un maestro umano. Ora ciò finalmente lo sappiamo grazie a una ricerca, compiuta in Uganda su una popolazione locale di scimpanzè, da ricercatori dell’università scozzese di St. Andrews, Catherine Hobaiter e Richard Byrne. Ricerca appena apparsa su «Animal Cognition» e intitolata «Serial gesturing by wild chimpanzees: its nature and funcion for communication» . E’risultato, volendo quantizzare, che gli scimpanzè sanno trasmettersi gestualmente almeno 66 messaggi, in parte descrittivi in parte simbolici, alcuni che potrebbero venire considerati analoghi a semplici parole, altri a messaggi più complessi e articolati (sequenze di gesti). Gesti a ogni modo ben identificabili in parte comuni a tutti i primati superiori, noi inclusi, in parte distintivi delle tradizioni culturali propria delle varie popolazioni di scimpanzè. E, a proposito di cultura, occorre dire, a commento, che non c’è specie, dopo la nostra, dove la complessità e la varietà di ciò che viene trasmesso attraverso forme di apprendimento sociale è tale da aver dato origine, appunto, a vere e proprie tradizioni locali differenzianti le varie popolazioni studiate. Tali tradizioni interessano un grande numero di abitudini (secondo uno studio recente esattamente 65) tra cui anche una gestualità funzionale alla comunicazione, che però non è mai stata, prima di questo recentissimo studio, studiata approfonditamente anche in relazione al suo sviluppo. Da come cioè la gestualità compare nel giovane (in modo più vago e disordinato) per poi assestarsi nell’adulto (in modo più preciso). Altre osservazioni, tra l’altro ben documentate da un filmato e in qualche modo anticipatorie di quanto ora pubblicato dagli studiosi scozzesi, riguardano gli scimpanzè della riserva del fiume Gombe in Tanzania. Questi primati hanno, si potrebbe dire, a loro modo reinventato il tam-tam. Sono infatti soliti avvicinarsi a certi alberi dalla base cava e, usando le mani posteriori (non per niente sono quadrumani), tambureggiano con ritmo preciso su quegli strumenti naturali. Sicuramente trasmettono informazioni a loro amici lontani, probabilmente per avvisarli del loro arrivo. Si ritiene inoltre verosimile che colui che trasmette si faccia, per lo stile personale, riconoscere. Sicuramente c’è ancora molto (anzi moltissimo) da scoprire riguardo al naturale sistema comunicativo di questi nostri parenti, e certo non mancheranno sorprese. Ciò che a ogni modo non dobbiamo mai dimenticare è che non ha alcun senso tentare di dimostrare una qualche presunta superiorità della nostra specie rispetto alle altre. Ciò perché, in natura, ogni specie sviluppa ed evolutivamente perfeziona gli strumenti di comunicazione adatti per il proprio stile di vita. Ne più ne meno.