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 2011  luglio 05 Martedì calendario

Bancarotta Cirio nove anni a Cragnotti e quattro a Geronzi - Sergio Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione per il fallimento nel 2002 della Cirio che ha mandato in fumo 1,2 miliardi di euro dei circa 35 mila risparmiatori con in mano le obbligazioni del gruppo alimentare

Bancarotta Cirio nove anni a Cragnotti e quattro a Geronzi - Sergio Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione per il fallimento nel 2002 della Cirio che ha mandato in fumo 1,2 miliardi di euro dei circa 35 mila risparmiatori con in mano le obbligazioni del gruppo alimentare. Quattro anni di reclusione, invece, per Cesare Geronzi, ex presidente di Generali e di Banca di Roma, all’epoca del crac Cirio. Dopo una lunga camera di consiglio, ieri sera poco dopo le 21 è arrivata la sentenza di condanna emessa dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, a conclusione del processo. Le richieste dell’accusa erano di 15 anni per Cragnotti e 8 per Geronzi. I giudici hanno riconosciuto colpevole anche il genero dell’ex patron della Lazio, Filippo Fucile, per il quale è stata stabilita una pena di 4 anni e 6 mesi. Per i figli di Sergio Cragnotti, altre condanne: 4 anni per Andrea, 3 anni per Elisabetta e Massimo. Assolti invece Giampiero Fiorani, ex ad della Popolare di Lodi, e la moglie di Cragnotti, Flora Pizzichemi. La vera sorpresa della sentenza, molto attesa dai risparmiatori, è stata la provvisionale di 200 milioni di euro. La somma che Unicredit, in qualità di responsabile civile (a seguito dell’acquisizione di Capitalia, l’ex Banca di Roma), e gli imputati riconosciuti colpevoli al processo Cirio dovranno versare, come risarcimento, all’amministrazione straordinaria del gruppo alimentare. La banca e gli stessi condannati dovranno risarcire anche le spese legali sostenute dalle stesse parti nel processo. Unicredit aveva proposto nei giorni scorsi un risarcimento da 150 milioni di euro che però non è stato accettato dal ministero dello Sviluppo economico, dietro parere nettamente contrario del Trustee degli obbligazionisti. «È stato riconosciuto un diritto al risarcimento» spiega il Codacons che ora potrebbe promuovere anche una causa civile. Mentre il commissario straordinario Luigi Farenga è soddisfatto della provvisionale e spiega che «finora l’amministrazione straordinaria è riuscita a rimborsare 400 milioni ai creditori, a fronte di uno stato passivo di 4 miliardi». Lapidario il commento del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sui condannati: «È il minimo, hanno fatto morire anche di fame un mare di gente». Ma Massimo Krogh, il legale di Cragnotti, parla di «pene modeste» rispetto alle richieste dei pm. «Un sistema provocò il crac Cirio. E credo che con questa sentenza i giudici lo abbiano riconosciuto» commenta a caldo Cragnotti a Radio 24. Mentre Ennio Amodio, legale di Geronzi parla di «sentenza in cui prevale il contenuto economico rispetto a quello giuridico». La sentenza arriva dopo 9 anni dal crac da oltre 2 miliardi e chiude il processo per il dissesto della società a carico di 35 persone e a una società di revisione. Bancarotta fraudolenta per le varie ipotesi previste dal codice e cioè per distrazione, documentale e preferenziale, nonché truffa oltre ad altri reati minori le accuse contestate agli imputati dai pm Rodolfo Sabelli e Gustavo De Marinis. L’inchiesta, cominciata nel 2003, si è conclusa a metà del maggio 2005. Nel novembre 2008, il processo Cirio ha rischiato lo stop a causa dell’inserimento di un emendamento “salva-manager” nel decreto Alitalia, poi ritirato.