Luigi Spinola, il Riformista 5/7/2011, 5 luglio 2011
LA TAV DEGLI ALTRI ARRIVA ALLA MECCA
Mentre in Italia va in scena l’ennesima parodia di guerriglia civile (o di civiltà), Francia e Spagna si contendono un appalto da dieci miliardi di euro per portare l’alta velocità lungo la rotta che conduce i pellegrini alla Mecca. E completare così idealmente la leggendaria ferrovia dell’Hegiaz, bersaglio della Grande Rivolta Araba contro il vacillante Impero Ottomano, che non andò mai oltre Medina.
La gara per la progettazione, costruzione e gestione della linea ferroviaria “Haramein” è stata lanciata già cinque anni fa. L’obiettivo è ambizioso perché il vincitore, nel periodo di punta dell’Hajj, dovrà portare fino a 166.000 passeggeri al giorno attraverso i 440 km di deserto che separano i due più importanti luoghi di culto dell’Islam, sfidando anche la sabbia che insidia i binari, a una media di 300 km all’ora.
L’offerta del consorzio spagnolo (Tango-Relfe-Adii), circa trenta per cento meno costosa di quella francese (Sncf-Alstom), sembrava ormai destinata a prevalere. Ma secondo il Financial Times, l’ennesimo ritardo nell’assegnazione avrebbe fatto infuriare Madrid, che sospetta pressioni fuori tempo massimo di Parigi, espressamente vietate dal bando di gara.
Tanto la Francia quanto la Spagna, peraltro, dopo essersi sbarazzati dei principali rivali (tedeschi, cinesi e coreani) hanno schierato nell’ultimo anno i vertici del sistema-Paese (Nicolas Sarkozy ha incontrato Re Abdullah a New York, il ministro degli Esteri Trinidad Jimenez è andata a trovarlo a Riyad) per persuadere l’Arabia Saudita della bontà delle rispettive proposte.
Un secolo fa invece era stato il Reich tedesco, che a quel tempo disegnava anche la tratta Berlino-Baghdad, a sostenere la posa dei binari da Damasco, dove si fermava la linea che partiva da Istanbul, fino alla Mecca.
Il Sultano Abdul Hamid II volle la ferrovia per alleviare le fatiche dei pellegrini, certo, ma anche per integrare la riottosa provincia araba guidata dallo Sceriffo della Mecca Hussein, e se necessario farvi affluire soldati. Il treno alla Mecca non arrivò mai. Alla ferrovia dell’Higiaz bersagliata dai guerriglieri guidati dall’agente di Londra T.E. Lawrence fu fatale la guerra, come alle costruzioni geopolitiche di Istanbul e Berlino.
Oggi mentre su pochi spezzoni di quella linea viaggiano convogli di dubbia utilità, (la Damasco-Amman ci mette quasi otto ore per fare 200 km) l’Europa si riaffaccia tra i luoghi santi dell’Islam per conquistare un appalto che può portarne altri. E questo giustifica l’acuirsi della tensione tra Parigi e Madrid.
La linea di alta velocità “Haramein” è uno dei progetti infrastrutturali più prestigiosi e remunerativi a livello globale, spiegava ieri l’Ft. Ed è destinato a diventare il modello di riferimento per futuri cantieri nei Paesi emergenti. La via della Mecca potrebbe portare fino a Rio de Janeiro, e oltre. Basta non fermarsi in Val di Susa.