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 2011  luglio 05 Martedì calendario

IL FATTO DI IERI 5

luglio 1946 -
A sganciare quella bomba di seduzione dai bordi della piscina Molitor di Parigi, fu Louis Renard, sconosciuto stilista francese che, il 5 giugno ’46, in una sfilata di moda balneare, aveva deciso di battezzare il suo indumento osé col nome dell’Atollo dove, pochi giorni prima, gli americani avevano fatto il loro test nucleare. Con un pizzico d’ironia e un certo cinismo nell’utilizzo del logo, lo chiamò bikini e da allora, quel capo fetish, protagonista assoluto del look femminile, inizierà la sua gloriosa carriera di costume scostumato, sex symbol dirompente come un’atomica, pronto a infrangere il tabù della pancia scoperta. Vita non facile, all’inizio, per il due pezzi dello scandalo, bollato come capo sconveniente, più da girl di Playboy che per donne perbene e via via sdoganato dalle star del cinema o dalle Miss in passerella. Fino a diventare, dopo la dirompente performance di Marylin Monroe in “Niagara” e quella mozzafiato di Brigitte Bardot in “Et Dieu créa la femme”, divisa per tutte le donne, ragazze, mamme e nonne, testimonial nelle spiagge del mondo, di in nude-look di libertà, più salutista che peccaminoso. Storia di un costume piccolo piccolo, capace di sfidare il comune senso del pudore.