Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 3/7/2011, 3 luglio 2011
IL FATTO DI IERI 3 LUGLIO 1992
I rinvii non sono graditi ai senesi. Il Palio di luglio è dedicato alla Madonna e non c’è da scherzare sulla data del 2. Per via della tradizione, delle tensioni, delle scadenze. E delle scaramanzie. Ma in quel 1992 , il 2 pioveva a dirotto e così la conquista del Cencio venne rimandata di un giorno, tra i mugugni dei contradaioli, furiosi perché “un Palio che si rimanda è come un piatto che scuoce”. Nervosissimo anche lui, Andrea Degortes detto Aceto, il fantino dei miracoli, re della Piazza, che punta al quattordicesimo Drappellone con i colori de L’Aquila. Ai canapi, prima della mossa, c’è subito aria di nerbate, soprattutto con Legno, il fantino dell’odiata Pantera e al via del mossiere, la bagarre è da brivido. Alla curva di San Martino cadono Nicchio e Montone, al casato è il turno di Oca e Drago. In pista crollano come birilli cavalli e fantini. Aceto, in sella a Galleggiante, insegue frenetico e solo quando a Fonte Gaia, Legno rovina a terra, s’invola verso la vittoria. Rabbia e esplosione di gioia, scazzottate e gonfaloni al vento degli aquilini, in onore della Madonna del Provenzano. Per Aceto, che con 14 vittorie, è recordman del Palio, è il canto del cigno. E l’ingresso nella leggenda.