MARIO PIRANI, la Repubblica 4/7/2011, 4 luglio 2011
L´INTEGRAZIONE FALLITA TRA OSPEDALE E TERRITORIO
Incontro medici ospedalieri sempre più depressi, demotivati, arrabbiati con le direzioni generali, accusate di usare solo le forbici. Il guaio è che tutti hanno ragione e tutti hanno torto. I costi aumentano e i fondi diminuiscono ed è probabile siano destinati quest´anno a scendere ancora di 5-6 miliardi. Chi ha occasione di transitare nei grandi pronto soccorsi e nei reparti di medicina d´urgenza si può rendere conto di cosa questo significhi. In continuazione arrivano le ambulanze e i malati in barella vengono trasportati nella corsia di prima accoglienza. Non sempre trovano un letto libero o una poltrona . Così restano in barella, magari per parecchie ore, e l´autoambulanza, priva dell´indispensabile supporto, è condannata all´immobilità e i tempi di chiamata si allungano. Quando il malato o l´incidentato trovano un letto o, quando occorra, un posto in terapia d´urgenza, egli dovrebbe trattenervisi per il tempo indispensabile ad essere stabilizzato. A quel punto, però, in genere necessita di un ulteriore periodo di cure ospedaliere in un reparto di medicina generale o specialistica. Qui, però, scatta un´altra tagliola: nei reparti i letti sono stati tagliati. Qualcuno viene arrangiato in un corridoio, mentre nella maggior parte dei casi viene prolungato il soggiorno improprio del ricoverato al pronto soccorso. Frattanto l´ondata dei nuovi afflussi, 24 ore su 24, si gonfia, protesta, si dispera e attende. La condizione del personale sanitario, medici e infermieri, non è migliore. Bloccate le assunzioni, congelati gli stipendi, sotto la minaccia di nuove restrizioni costoro lavorano sovente allo stremo, costretti a straordinari sottopagati, nella vana attesa che gli organici stabiliti vengano rispettati.
Eppure una parte notevole di chi si rivolge al pronto soccorso in realtà non necessita dell´intervento ospedaliero urgente ma di diagnosi e cure che potrebbero essere offerte da strutture di supporto. Il Rapporto Sanità 2011 (ed. Il Mulino) è non a caso quasi interamente dedicato quest´anno all´integrazione tra ospedale e territorio: "Un incontro mancato" intitola il suo lucido e impietoso saggio Cesare Catananti, direttore generale del Gemelli, che ricorda come da trent´anni se ne discuta senza che si sia fatto neppure un passo avanti, malgrado i presupposti siano semplici: esiste da una parte un costante aumento di popolazione affetta da patologie cronico-degenerative che non ha assolutamente bisogno, se non in fase di riacutizzazione, dell´intensità propria delle cure ospedaliere e, dall´altra parte, fortissima è l´esigenza di riservare all´ospedale solo i casi acuti di propria pertinenza. Questi presupposti sono stati da anni recepiti nei piani sanitari nazionali e regionali, prevedendo la progressiva riduzione dei posti letto ospedalieri ed un forte presidio dello spazio territoriale. Il che vuol dire assistenza domiciliare, residenze socio-sanitarie, centri di riabilitazione, hospice. Tutto lineare e semplice ma purtroppo solo sul piano teorico. Nei fatti la riduzione dei posti e l´attivazione dei servizi territoriali è avvenuta con grande lentezza e a macchia di leopardo, con un forte gap tra Nord e Centro-Sud (dei 164.000 ricoveri impropri all´anno, certificati dal ministero, il 92% sono a carico del Mezzogiorno, principalmente della Campania). In sintesi si potrebbe dire che l´incontro tra ospedale e territorio non ha dato i frutti sperati perché non è partito da scelte condivise. Catananti conclude il suo saggio affermando l´impossibilità, comprovata dall´esperienza, di insistere in una integrazione tra ospedale e territorio affidata alle Asl e di sperimentare invece una organizzazione basata su un insieme di micro-reti territoriali, ciascuna delle quali è costituita dall´ospedale-azienda a cui afferiscono, direttamente o in convenzione, le funzioni proprie del post-acuzie, dell´ospedalizzazione domiciliare, delle Rsa e dell´hospice. Perché l´intelligenza politica di qualche Regione non prova a sperimentare questa strada?