corriere.it Michele Focarete 3 7 11, 4 luglio 2011
LO RIMPROVERA PERCHÉ FA PIPÌ NEL PARCO LUI LA ACCOLTELLA CINQUE VOLTE: È
GRAVEIn prognosi riservata mamma 46enne di Cesate. L’aggressore, un macellaio, è in cella per tentato omicidio Novate Milanese
Quando lo ha visto orinare nel parco giochi dei bambini, lo ha redarguito. Con energia. Lei, mamma, non è riuscita a trattenersi nel vedere quell’uomo fare i bisogni a cielo aperto, incurante di tutto e tutti. Ma, come risposta, è spuntato un coltello nelle mani del maleducato che non ha esitato a colpire la malcapitata con cinque fendenti: al petto, alla pancia, sulle braccia. La vittima, M.M., 46 anni, di Cesate, è finita all’ospedale, dov’è ricoverata in prognosi riservata. Invece l’aggressore, José Luis S.M, 33 anni, del Salvador, professione macellaio, residente a Milano, dopo essere fuggito è stato bloccato dai carabinieri della stazione di Novate, nelle vicinanze dell’ospedale Sacco. L’uomo aveva ancora addosso il coltello, sporco di sangue.
L’episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi, è avvenuto l’altra sera, poco dopo le 23.30. Un gruppo di ragazzi, in compagnia della donna, sono seduti al bar all’interno del parco di Novate, nell’area chiamata «mercato». All’improvviso sbuca José Luis che, come se niente fosse, si avvicina al parchetto dei bimbi e fa pipì. La donna, a questo punto si alzata indignata da tavola e gliele dice quattro. Un botta e risposta sempre più pesante. Le voci si alzano. Volano parolacce e qualche spintone. Fino a quando il sudamericano estrae dalla cintola il coltello «da filetto», 16 centimetri di lama a punta, e si avventa sulla mamma che aveva osato rimproverarlo, che gli aveva detto a gran voce che il prato dove giocano i bambini non è un gabinetto.
Cinque coltellate, sotto gli occhi atterriti dei ragazzi al bar con la donna e di un connazionale dell’aggressore, 35 anni, in attesa del permesso di soggiorno. La donna, che perde molto sangue, viene subito soccorsa dagli amici e trasportata da loro stessi all’ospedale di Bollate, dove è ricoverata in prognosi riservata: i medici però sono ottimisti. Non sarebbe in pericolo di vita.
Mentre lo straniero, insieme con il suo amico, se la dà a gambe, facendo perdere per un po’ le proprie tracce. Non lontano dall’ospedale Sacco, però, una pattuglia dei carabinieri li intercetta: Josè Luis ha i vestiti imbrattati di sangue e nella cintura ancora il coltello. Viene arrestato per tentato omicidio, aggravato dai futili motivi. Ai militari dice: «Ho fatto la cavolata più grande della mia vita». Il suo amico è indagato per favoreggiamento.
Michele Focarete
03 luglio 2011 15:58