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 2011  luglio 02 Sabato calendario

Il bacio che piace a Saffo e fa inorridire «Repubblica» - Quelli che potete leg­g­ere in questa pagi­na, qui accanto, so­no versi mirabili e ammirati di Saffo, poetessa che prati­cava l’amore con le donne in as­soluta serenità e felicità più di due millenni fa

Il bacio che piace a Saffo e fa inorridire «Repubblica» - Quelli che potete leg­g­ere in questa pagi­na, qui accanto, so­no versi mirabili e ammirati di Saffo, poetessa che prati­cava l’amore con le donne in as­soluta serenità e felicità più di due millenni fa. Nata nel 640 a. C., morta nel 570, Saffo era infeli­ce quando le amate Attis, fanciul­la acerba, o Anattoria, erano lon­tane, come rivela lei stessa presa dalla malinconia: «Tramontata è la luna e le Pleiadi/ a mezzo è la notte;/ il tempo trascorre;/ e io dormo sola». Amante Saffo, e amata, prima voce della poesia amorosa nella storia dell’umanità. Amori saffi­ci o amori? Amore e basta. In età cristiana abbiamo letto degli amori di Dante, di Petrar­ca, di Leopardi. Ma ci siamo emo­zionati anche alla lettura degli amori omosessuali di Michelan­gelo, di Shakespeare, giù giù fino a Umberto Saba, Pier Paolo Paso­lini, Sandro Penna e anche Ame­lia Rosselli, lesbica. Legittima­mente lesbica. Viva Saffo. E, d’altra parte, il trionfo di Saffo è stato certificato non più di tre o quattro giorni fa con le euforiche prime pagine di tutti i giornali, Repubblica in par­ticolare, che inneggiavano alla conquista, nello Stato di New York, dei matrimoni gay con il compiacimento per diritti final­mente conquistati. Viva Saffo e, in grandi fotografie, due giovani ragazze che si baciano. Immagi­no l’espressione dei cardinali Tettamanzi e Scola, immagino la reazione di chi ha scelto il matri­monio come sacramento e ha concepito la famiglia come fon­damento della società. Valori su­perati per l’opinione pubblica democratica e per i giornali pro­gressisti, una conquista di liber­tà, una lotta per la parità dei dirit­ti. Altro che famiglia! Viva Saffo. Con quale stupore allora ho let­to, l’altroieri, tra lo scandalizza­to e l’indignato, l’articolo di Re­p­ubblica a firma del clericale Pie­ro Colaprico dal titolo «Bacio saf­fico Ruby-Minetti per il pre­mier » con il sottotitolo «Il Pm Forno: Karima una ragazza sofferente, tutti sapevano che era minorenne». Come Attis, dun­que. Viva Saffo. E per chi ha letto e ammirato Saffo, Sa­ba, Pasolini, Pen­na, i desideri e gli istinti amorosi ne­gli adolescenti e nei ragazzi quando iniziano? E sono spontanei o forza­ti? E danno piacere o sofferenza? Io, come molti ra­gazzi, ho iniziato a 13 anni. I pri­mi baci - forse Colaprico non lo sa - si danno a 12, 13, 14 anni a uomini e donne, indistintamen­te, seguendo inclinazioni e desi­deri nel pieno riconoscimento dei diritti conquistati con la liber­tà sessuale. Due ragazzi possono baciarsi come due ragazze. Nel­la insidiosa ricostruzione del pm Forno, Ruby non bacia, non deci­de spontaneamente, come tutti i ragazzi, ma è «stata coinvolta a febbraio in un bacio saffico con la Minetti». E che c’è di male? Il bene è nel fatto che lo abbia fatto per desiderio, attrazione, piace­re, giustificati dalla grazia della Minetti, più bella di Ruby. O For­no lo vuole negare? E vuole nega­re le conquista di libertà amoro­sa che finalmente ci restituisco­no alla stessa civiltà dei tempi di Saffo? E perché vedere due donne che si baciano- come tutti abbia­mo visto su Repubblica e su altri giornali le due ragazze lesbiche che si baciavano per festeggiare il riconoscimento dei loro diritti - ha nella mente turbata del For­no «una connotazione di tipo prostitutivo»?Cosa c’entra?For­se il Forno vuole incriminare an­che Francesco Hayez, il grande pittore romantico per Il bacio ( di­pinto che forse perfino lui ha guardato senza pensare alla pro­stituzione)? Come si può ridurre Saffo alla formula- offensiva per chi osser­va l’armonia e la bellezza di quei baci esattamente come chi ne legge l’emozione nei versi di Saf­fo - «il fruitore finale aveva inte­resse per quel tipo di condotte, lesbo e spinte»? Come si può usa­re un linguaggio così impoetico e bugiardo? Come si può essere così repressivi e contro la libertà per cui tutti hanno esultato? Il tri­bunale di Milano è forse un tribu­nale religioso che assolve o con­danna in base a una morale che non è la morale? Ed è lecito chiosare maliziosa­mente, umiliando il piacere e l’amore che Saffo ha così bene il­­lustrato, che «il bacio con la con­sigliera regionale non è una in­venzione della ragazza»? E per­ché dovrebbe essere un’inven­zione? E cosa c’è di male? E cosa c’entra la prostituzione? E se, as­sistendo, così come si paga uno spettacolo, Berlusconi avesse ri­compensato la ragazza o le ragaz­ze, dove sarebbe il reato? La ge­nerosità è un reato? Io pago per vedere una cosa che mi piace. Dov’è la prostituzione? Tutti quelli che ogni giorno vanno in locali notturni per assistere a spo­gliarelli devono essere incrimi­nati per prostituzione? E se uno mette in scena, a casa sua, le poe­sie di Saffo compie un reato? Ba­ciando la Minetti, con chi si è pro­stituita Ruby? E perché il suo ba­cio non doveva essere sponta­neo? Mi fa schifo il pensiero di Forno, mi fa schifo una giustizia moralistica. Conosciamo storie di persone umiliate da questo pubblico mi­nistero che nega bellezza, poe­sia e libertà, e che vede violenza e sofferenza dove non ci sono. Già aveva accusato un padre in­nocente di avere violentato la fi­glia. Non era vero e Forno non ha pagato. E ancora continua a in­ventare crimini. Un bacio saffi­co! Aspetto che in difesa di Saffo, di Ruby, della Minetti e anche di Berlusconi e di Pasolini, dicano qualcosa tutti quelli che hanno esultato per la decisione dello Stato di New York sui matrimoni gay-lesbo, tutti quelli che hanno partecipato ai gay pride . Aspetto che Vladimir Luxuria rivendichi la dignità di qualunque scelta amorosa, la libertà di eros nella armonia, nella licenza, nella tra­sgressione, ricon­ducendo tutte for­me d’amore alla normalità contro i moralisti, contro quelli che proces­sarono Aldo Brai­banti. Lo chiedo anche a Emma Bo­nino, a Marco Pan­nella, in perpetua lotta contro l’oscu­rantismo in nome della poesia, in no­me dell’amore, in nome delle emo­zioni. Con Saffo, con Michelangelo, con Pasolini e anche con Berlu­sconi, che non è l’uomo nero e che, nella libertà delle scelte, ha la sessualità che sente e che vuo­­le, cui ognuno ha diritto. Di amo­re si parla, di eros, non di «con­dotte ». Capito, Forno? Viva Saffo. Viva la libertà amorosa. Anche di Ru­by felice nei baci, come tutti quel­li che si baciano. Non «sofferen­te ». Non attribuisca Forno ad al­tri i propri turbamenti.