Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 2/7/2011, 2 luglio 2011
IL FATTO DI IERI - 2 LUGLIO 1955
Il profumo del mare e degli spaghetti notturni, l’aria dolce delle Apuane, quell’atmosfera di Versilia glamour. Qualche flash rétro per dire Bussola di Focette, set dorato di un’Italia felix inaugurato la sera del 2 luglio ’55 sulle note serrate di Caravan Petrol. Palcoscenico inventato da un eccentrico patròn, Sergio Bernardini, un po’ oste, impresario, confidente, uno che la sua Bussola la chiamava semplicemente “la vecchia troia” e che aveva fatto il miracolo di creare un locale mitologico, dove vip del tempo e star system mondiale si sentissero a casa. Impazziva il pubblico danaroso in smoking bianco e mise in lungo per gli idoli del momento, Carosone, Van Wood, i Platters, Buscaglione e, alle soglie del boom, la dolce vita scorreva lì, tra un viavai di secchielli di ghiaccio e champagne, fritti profumati di mezzanotte, scene madri di artisti bizzosi, liaison dangereuses fulminanti. Un mondo a parte dove poter incrociare nella stessa sera Agnelli e il conte Agusta, Marlene Dietrich e Joséphine Baker e dove una sera arriva lei, Mina, ancora Baby Gate, che con “Un’anima pura” stordisce la platea e, da quel momento, diventa star assoluta del locale. Primadonna per anni di quello strano tempio edonistico.