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 2011  luglio 01 Venerdì calendario

E MEDIASET TEME IL DECLINO DEL PREMIER IN SEI MESI PERSO IN BORSA IL 27 PER CENTO - MILANO

Più del calo della raccolta pubblicitaria possono le tensioni di governo. Almeno secondo i vertici di Mediaset convinti che sia il clima rovente penalizzi l´azienda: dal legame con il presidente del Consiglio al giudizio delle agenzie di rating sull´Italia. Certo il peso della politica non è estraneo alla Borsa, ma il mercato resta più incline ad ascoltare le logiche finanziarie piuttosto che gli umori di palazzo. Ma qualche problema in casa Mediaset c´è: dalla raccolta pubblicitaria che non riparte all´incognita per il Lodo Mondadori, dal debito di Endemol al rallentamento dell´operazione Dmt. Con un effetto immediato sul titolo e sulla casse dell´azionista Fininvest. Da inizio anno le azioni Mediaset hanno ceduto il 27%, calando da 4,5 a 3,2 euro con una minusvalenza implicita per la holding che controlla il 39% della società di 600 milioni di euro. «A queste cifre – commentano gli analisti – l´azionista di controllo dovrebbe comprare, per consolidare la propria posizione e dare un segnale al mercato». Una prassi che Fininvest ha già seguito in passato, ma è procrastinata in attesa dell´appello – entro metà luglio - sul Lodo Mondadori. Se venisse confermato il giudizio di primo grado Fininvest dovrebbe versare alla Cir di Carlo De Benedetti 700 milioni di euro. «Nessun impatto per Mediaset» dicono i vertici, ma non è escluso che la controllata – così come Mondadori – sia chiamata a pagare un dividendo straordinario all´azionista.
C´è poi il nodo della pubblicità. Fino a marzo i vertici di Publitalia, la concessionaria del gruppo, ripetevano che la ripresa sarebbe arrivata nel secondo semestre, mercoledì sera, alla presentazione dei palinsesti autunnali, l´amara verità: «Gli ordini per settembre sono a zero. Non c´è alcuna visibilità». Con un calo previsto, nel primo semestre, di almeno 29 milioni rispetto allo scorso anno (-2%). Un dato preoccupante se confrontato all´aumento degli spazi venduti: i canali tematici raccolgono quasi il 40% del totale, ma pesano meno del 4%, i generalisti (a fine aprile) hanno aumentato del 25% i secondi di pubblicità, ma hanno ridotto dell´1,6% gli introiti. «I prezzi ormai li fanno gli investitori» racconta il responsabile di centro media internazionale che chiede l´anonimato.
La svolta sarebbe dovuta arrivare con l´acquisto di Dmt e la creazione del nuovo polo delle torri televisive. Un´operazione che nei piani Mediaset si sarebbe dovuta chiudere entro ieri, ma che sarà prorogata per un mese. Per scongiurare l´Opa e l´esborso milionario, il Biscione pensa a una fusione tra il veicolo Ei Tower e Dmt, ma pare che i piccoli azionisti di Dmt non siano convinti degli asset conferiti alla newco da Mediaset e minaccerebbero di far saltare l´operazione. Tensioni cui si aggiunge il fardello Endemol con il suo debito da 2 miliardi di euro. Il 33% è in capo a Mediaset che si trova davanti due alternative: aprire il portafoglio e ricapitalizzare, oppure uscire dall´investimento. Con la prima opzione percorribile solo in caso di ottenere il controllo della società: «Da quando siamo entrati nel 2007 – dicono i vertici – non abbiamo mai deciso nulla. La logica degli altri soci Goldman Sachs e Cyrthe è puramente finanziaria. Noi siamo industriali». I canali tematici con oltre 4 milioni di utenti sono il fiore all´occhiello, ma la redditività cresce meno delle attese, mentre i costi per la tv aumentano del 3%: nel 2011 gli investimenti, solo in Italia, arriveranno a 1,5 miliardi.