F. B., Corriere della Sera 01/07/2011; Fulvio Bufi, ib., 1 luglio 2011
2 articoli – CLAN, ACCUSE AL CAPO DELLA MOBILE — A metà dello scorso novembre Vittorio Pisani era il poliziotto più famoso d’Italia, quello che aveva appena arrestato il superlatitante della camorra casalese Antonio Iovine
2 articoli – CLAN, ACCUSE AL CAPO DELLA MOBILE — A metà dello scorso novembre Vittorio Pisani era il poliziotto più famoso d’Italia, quello che aveva appena arrestato il superlatitante della camorra casalese Antonio Iovine. Da ieri invece non è più il dirigente della squadra mobile di Napoli perché il suo nome è finito tra gli indagati in un’inchiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia Sergio Amato ed Enrica Parascandolo sul riciclaggio del denaro di potenti clan in attività legate alla ristorazione. Il capo della Polizia Antonio Manganelli, pur confermandogli stima e fiducia, ha immediatamente rimosso Pisani dall’incarico che ricopriva dal 2004. Per la sostituzione si è scelta la soluzione interna: il nuovo dirigente è Andrea Curtale, che di Pisani fino a ieri era il vice e l’uomo più fidato. L’ex capo, invece, dovrà lasciare subito Napoli, perché il gip Maria Vittoria Foschini ha disposto nei suoi confronti il divieto di dimora in città. L’indagine in cui Pisani è rimasto coinvolto riguarda le attività di riciclaggio dei clan Lo Russo e Potenza, che avrebbero reinvestito, in particolare il secondo, in ristoranti e bar le enormi somme accumulate con l’usura. Sono stati sequestrati diciassette locali, non solo a Napoli — dove il provvedimento riguarda ristoranti famosissimi del lungomare e della Riviera di Chiaia, come il Regina Margherita, il Pizza Margherita e I re di Napoli — ma anche a Caserta, Bologna, Genova, Torino e Varese. Quindici le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti dei titolari delle società che gestivano i locali e di alcuni loro consulenti finanziari. Nelle carte dell’inchiesta compaiono — non in qualità di indagati— anche i nomi dell’ex capitano della Nazionale campione del mondo Fabio Cannavaro— che attraverso il suo procuratore si è detto «assolutamente sereno» — e di AntonioMartusciello, ex parlamentare di Forza Italia e oggi commissario dell’Agenzia garante per le comunicazioni (Agcom): entrambi avevano acquistato quote delle società finite ieri sotto sequestro. Ma il vero titolare — insieme con i fratelli Carmine e Massimiliano— sarebbe stato Marco Iorio, legato a Vittorio Pisani da strettissima amicizia. A lui il funzionario di polizia avrebbe dato notizie delle indagini in corso, dopo due denunce anonime giunte in questura. In realtà l’inchiesta della Dda era precedente agli esposti, e nata sulla base delle dichiarazioni del pentito Salvatore Lo Russo, che quando era in libertà era uno dei confidenti di Pisani. La Procura aveva affidato alla Dia il compito di investigare sul riciclaggio dei clan, e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali è venuto fuori il nome dell’ex capo della Mobile napoletana. Che secondo gli inquirenti era a conoscenza da anni dell’attività di riciclaggio fatta attraverso i ristoranti, senza però avviare indagini né informare l’autorità giudiziaria. Ma il comportamento più grave, quello che si configura come reato, Pisani lo avrebbe assunto avvertendo il suo amico di «mettere a posto le carte» delle società, prima che gli investigatori venissero a sequestrarle, e di trasferire fondi in Svizzera, perché in questo modo Iorio avrebbe rischiato l’incriminazione per evasione fiscale, ma avrebbe evitato quella ben più grave di riciclaggio di soldi dei clan. In quest’ottica, sempre secondo la Procura, andrebbero lette alcune delle dichiarazioni rilasciate da Pisani in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno in cui parlava di attività di riciclaggio in ristoranti e bar frutto di evasione fiscale di professionisti, ma non accennava alla camorra. F. B. «CHE FORTUNA SAPERLO PRIMA. VITTORIO HA DETTO: METTI LE CARTE A POSTO» — Ai tavoli del ristorante Regina Margherita di via Partenope, sul lungomare di fronte al Castel dell’Ovo, Vittorio Pisani era di casa. Andava a mangiare, andava a salutare Marco Iorio, titolare del locale, ci portava persino il figlio, e gli amici del figlio, a conoscere Lavezzi, che pure era spesso da quelle parti. Iorio era amico di Pisani, ed erano amiche le mogli. Un’amicizia che il poliziotto non ha mai tenuto nascosta, ma di cui i magistrati vengono a sapere dal camorrista pentito Salvatore Lo Russo, che di Pisani era stato confidente: «Il dittor Pisani è amico di Marco Iorio, presso il cui ristorante Regina Margherita va praticamente a cenare tutti i giorni, Ricordo che fu Marco Iorio ad attivarsi presso il dottor Pisani perché questi facesse in modo che Potenza Mario (socio di Iorio e appartenente a una famiglia di contrabbandieri, ndr) ottenesse il rilascio del passaporto» , mette a verbale il collaboratore di giustizia nella primissima fase dell’inchiesta. Il resto sarebbe emerso nei mesi successivi, grazie soprattutto alle intercettazioni ambientali e telefoniche. «Dovrebbe succedere a giugno» Ed è da una telefonata tra la moglie di Iorio, Valeria Santopaolo, e sua sorella Annalisa che si capisce come gli interessati sappiano molto dell’indagine che la Procura sta portando avanti con gli investigatori della Dia. È Valeria che parla: «Dovrebbe succedere a giugno, ma può darsi pure che ce la caviamo e non succede niente. L’avvocato ha detto che può venire in forma lieve, media o eclatante. Se succede in forma lieve, faranno accertamenti loro stessi che voi non ve ne accorgete neanche. O la fanno in forma media e mettono i ristoranti in amministrazione controllata per un certo tempo, fino a verifica fiscale o cose del genere. Se viene in forma eclatante, sui giornali... tutto sotto sequestro» . È andata in maniera eclatante, per usare le parole della moglie di Iorio. «Vittorio è un problema» Che in un’altra conversazione con la sorella, stavolta in auto, si preoccupa per l’azienda del marito («Se acchiappi il magistrato che ti vuole distruggere, ti distrugge» ), ma anche per Pisani: «Vittorio Pisani è un problema perché a Vittorio Pisani lo vogliono fare fuori» , dice riferendosi all’eventualità che il capo della squadra mobile sia rimosso dall’incarico. La sorella le risponde: «Perché Pisani è corrotto, e si vede» , e allora Valeria insiste nella difesa: «No, Pisani non è corrotto... te lo giuro su Dio» . Infatti non è la corruzione che la Procura contesta al poliziotto. «Forse è incappato in questa disavventura per amicizia— dice il procuratore Lepore—. Certo però che l’ha fatta grossa» . Ha informato Iorio, che a sua volta ha informato altre persone coinvolte nell’inchiesta, delle indagini in corso. Ne parlano, poco più di due mesi fa, la commercialista Maddalena Plancquell e il socio di Iorio, Bruno Potenza (entrambi arrestati ieri): «Quindi Pisani è già stato chiamato?» , chiede la commercialista. E Potenza: «Sì» . «Per i rapporti che aveva?» , chiede ancora la Plancquell. E l’altro: «No, "come ti sei comprato questo, come ti sei comprato questo?"» , risponde spiegando che la convocazione di Pisani è dovuta a un esposto anonimo in cui si accusava il poliziotto di aver avuto da Iorio 500 mila euro per l’acquisto dela casa, e lui aveva invece dimostrato di aver contratto un mutuo. Quindi gli indagati sapevano, e lo conferma con chiarezza la conversazione intercettata subito dopo tra Marco Iorio e sua moglie. «Ma poi se abbiamo saputo questo fatto... già siamo stati fortunati che l’abbiamo saputo prima, no?» , dice Marco. E Valeria: «Bravo, comunque ti tuteli. Bravo, proprio per tutelarci» . Ancora Iorio: «Se non lo sapevamo... bello e buono pigliano e vengono... stavamo ancora sopra all’ufficio! Parlavamo ancora dentro ai telefoni! Facciamo questo, facciamo quest’altro... Allora, l’abbiamo saputo? Mettiamo le carte a posto... Cerchiamo di mettere quello che possiamo mettere... le carte a posto!» . Poi la frase che chiama direttamente in causa Pisani. La dice Marco Iorio: «Vittorio ha detto: metti le carte a posto» . «Hanno creato un teorema» «Il tenore della conversazione è inequivoco: Marco Iorio spiega alla moglie che è stato avvisato delle indagini in corso» , scrive il gip Maria Vittoria Foschini. E poco dopo aggiunge: «È esplicito il riferimento al fatto che è stato Vittorio Pisani a raccomandargli di mettere le carte a posto, mettendolo in guardia per il possibile esito delle indagini. È questa la condotta favoreggiatrice» . Dell’indagine parlano, in un’altra occasione, ancora Maddalena Plancquell e Bruno Potenza. Dice l’uomo: «Loro hanno costruito un teorema, i giudici di merda... dicendo che io, con i soldi di Salvatore (Lo Russo, ndr) li ho dati a Marco (Iorio, ndr) con l’aiuto di Pisani...» . E la commercialista: «Hanno creato una triade» . Fulvio Bufi