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 2011  luglio 01 Venerdì calendario

Il premier rischia un altro processo - Se c’era dormiva e se dormiva, sognava di non esserci. Ciò nonostante per il gup Stefania Donadeo, Silvio Berlusconi non può essere archiviato nell’inchiesta sulla sottrazione e la divulgazione illecita dei file riservati della Procura a proposito della telefonata di Piero Fassino che esultava per la scalata Bnl dell’ex presidente Unipol Giovanni Consorte («Abbiamo una banca!»)

Il premier rischia un altro processo - Se c’era dormiva e se dormiva, sognava di non esserci. Ciò nonostante per il gup Stefania Donadeo, Silvio Berlusconi non può essere archiviato nell’inchiesta sulla sottrazione e la divulgazione illecita dei file riservati della Procura a proposito della telefonata di Piero Fassino che esultava per la scalata Bnl dell’ex presidente Unipol Giovanni Consorte («Abbiamo una banca!»). Anche se la sera in cui gli venne fatta ascoltare la registrazione ad Arcore, vigilia di Natale 2005, il Presidente del Consiglio, in accappatoio bianco, si appisolò di gusto. E sebbene sia stato dimostrato che a passare quell’intercettazione a Il Giornale, che la pubblicò il 31 dicembre dello stesso anno provocando un terremoto politico, fu lo stesso editore del quotidiano, Paolo Berlusconi, che per questo dovrà comparire a processo in ottobre con le ipotesi di ricettazione, rivelazione di segreti d’ufficio e millantato credito. Perché è vero anche che uno dei testimoni e protagonisti di quella serata, ovvero l’imprenditore fallito Fabrizio Favata, grazie al quale il famigerato file arrivò ad Arcore, raccontò che dopo l’ascolto della telefonata, Berlusconi si spese in grandi parole di gratitudine («la mia famiglia gliene sarà eternamente grata»), alle quali però seguirono ben pochi fatti. Tanto che lui, Favata, successivamente, tentò di ricattare i vari protagonisti della vicenda, rivolgendosi perfino allo studio dell’avvocato Ghedini. Fino a finire in carcere per tentata estorsione e con una condanna, in rito abbreviato, emessa meno di un mese fa, a due anni e 4 mesi di reclusione. Il gup ha quindi deciso ieri di respingere le richieste di archiviazione della procura per Berlusconi e di fissare un’udienza camerale per il 16 luglio, alla presenza anche dei difensori del Premier, durante la quale il giudice potrà decidere su tre ipotesi: rimandare gli atti al pm perché approfondisca ancora le indagini, e in questo caso Berlusconi verrebbe automaticamente reiscritto nel registro degli indagati; oppure, rinviare direttamente a giudizio anche il Cavaliere con l’accusa di concorso in rivelazione di segreti d’ufficio; infine, dopo aver ascoltato le motivazioni del pm supportate in questo caso dalla difesa Berlusconi, decidere di archiviarlo comunque. E anche se ieri la Procura e l’ufficio Gup non si sono sbilanciati in alcun modo, sembra di capire che l’ipotesi meno accreditata sia a questo punto l’ultima. Per il Presidente del Consiglio insomma, l’estate potrebbe tornare ad essere molto calda con un nuovo, imprevedibile, processo. Un colpo di scena nell’unica inchiesta in cui la Procura non aveva voluto infierire. Ma così, come tante volte Berlusconi ha rivendicato l’esistenza di «un giudice a Berlino» negli uffici del settimo piano, questa volta dovrà prendere atto che la separazione di funzioni tra i magistrati, non sempre può risultare favorevole all’imputato. Per la Procura rimane difficile dimostrare la «consapevolezza» di Berlusconi. Per questo, poco prima di chiudere l’indagine, l’anno scorso, dopo averlo iscritto qualche giorno sul registro degli indagati, il pm Romanelli ne aveva chiesto l’archiviazione.