Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 01 Venerdì calendario

BANCHE TEDESCHE IN AIUTO DI ATENE

Le banche tedesche danno luce verde al primo "obolo" per il salvataggio della Grecia, ma anche dei propri bilanci. Al termine di un incontro con i rappresentanti del credito, ieri, il ministro delle Finanze Wolfang Schäuble ha annunciato l’accordo raggiunto tra il Governo e i principali istituti finanziari e assicurativi che si sono convinti a rifinanziare i bond greci in loro possesso e in scadenza entro il 2014: si tratta di titoli per un valore di due miliardi di euro. Le bad bank tedesche, a loro volta, rifinanzieranno 1,2 miliardi di bond (relativi a Hypo Real Estate e WestLB). In tutto, quindi, sul piatto ci sono circa 3,2 miliardi. Una frazione delle reali esigenze di Atene: entro il 2014 scadranno 76,5 miliardi di obbligazioni greche. Eppure un dato non trascurabile, perché in linea con il piano francese, che rappresenta la base dei negoziati a livello europeo.

La strada imboccata ieri in Germania si ispira infatti a quella indicata da Parigi: reinvestire il 70% dei bond greci in scadenza in nuovi titoli a 30 anni (il resto sarebbe ripagato in contanti), il 50% finanzierebbe direttamente lo Stato greco, il restante 20% invece sarebbe accantonato in un veicolo speciale a garanzia delle nuove emissioni.

Le differenze, rispetto al maggior rigore tedesco, restano: Josef Ackermann, amministratore delegato di Deutsche Bank (che da sola contribuirà con un po’ meno di un miliardo), ieri ha definito la bozza francese una base di partenza, aggiungendo che saranno necessarie modifiche per rendere la soluzione soddisfacente per tutti. Appena due giorni fa, lo stesso Ackermann era entrato in rotta di collisione con il cancelliere Angela Merkel e aveva messo in guardia contro i rischi di un coinvolgimento volontario delle banche nel salvataggio della Grecia, sottolineando che i gruppi tedeschi avrebbero «dato una mano» per evitare un collasso del sistema, ma non l’avrebbero certo fatto con piacere.

Lo stesso Schäuble ha sottolineato che i dettagli del rifinanziamento da due miliardi di titoli in scadenza nel 2014 sono ancora da definire. Qualche incognita potrà essere sciolta dal vertice dell’Eurogruppo di domenica.

Le banche tedesche hanno un’esposizione in titoli di Stato greci di circa 10 miliardi, come è stato ricordato ieri una nota. Il 55% di queste obbligazioni maturerà però solo dopo il 2020. All’importo vanno sommati i prestiti erogati ad Atene da KfW Group, la banca pubblica tedesca per lo sviluppo, come pure i bond girati alle bad bank: Fms Wertmanagement, la bad bank incaricata di sgonfiare gli asset di Hypo Real Estate, aveva 9,1 miliardi di prestiti e bond greci alla fine del 2010.

Le banche tedesche sono, dopo quelle francesi, le più esposte verso la Grecia e la loro partecipazione al salvataggio è fondamentale per consentire all’Eurozona di centrare l’obiettivo di ottenere dal settore finanziario almeno 30 miliardi di contributo, su un piano di aiuti complessivo da circa 100 miliardi, dopo i 110 già accordati l’anno scorso.

Non che ci sia troppa scelta. Come sottolinea un analista di Kepler Capital Markets, Dirk Becker, «gli istituti di credito sono quelli che hanno più da perdere da una nuova crisi finanziaria, perciò non possono fare altro che prestare il loro aiuto».