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 2011  luglio 01 Venerdì calendario

Cybercriminali da mille mld $ - Un rapporto dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la considera una delle cinque più grandi minacce che gravano sull’umanità

Cybercriminali da mille mld $ - Un rapporto dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la considera una delle cinque più grandi minacce che gravano sull’umanità. La cybercriminalità, ovvero gli attacchi informatici, si moltiplicano a danno di aziende e governi dell’intero pianeta. A farla esplodere sono stati il boom degli acquisti via internet e il cloud computing. Quest’ultimo è un insieme di tecnologie che permettono di memorizzare, archiviare ed elaborare dati attraverso l’utilizzo di risorse distribuite online. Una condivisione che può rivelarsi molto pericolosa. Le truffe online generano, per i ladri di dati e di soldi, un giro d’affari enorme, pari mille miliardi di dollari (688 mld euro) ogni anno in tutto il mondo. Più del traffico di droga. Negli ultimi mesi vi sono stati parecchi attacchi. A finire nel mirino sono state, tra l’altro, Sony, Citigroup, Google, il Fondo monetario internazionale e addirittura la Cia, il servizio di controspionaggio degli Stati Uniti. Sembra proprio che nessuno possa più sentirsi al riparo. Come osservano dal quartier generale di McAfee, società americana leader negli antivirus, i criminali della rete hanno cominciato il 2011 in grande stile, con 6 milioni di software ostili recensiti nel primo trimestre. Un’attività che ha conseguenze serie: le perdite di dati sono costate mediamente 2,2 milioni di euro per ogni impresa che ne è rimasta vittima nel 2010. Ciò rappresenta un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Gli esperti spiegano che la crescente diffusione degli atti di pirateria informatica è conseguenza diretta (o, meglio, il rovescio della medaglia) delle nuove tecnologie, in particolare il pagamento online. Il numero di transazioni virtuali in Francia è salito del 21% a quota 340 milioni nel 2010. Niente di più naturale dell’interesse dei criminali a cercare di impossessarsi dei dati bancari degli internauti piuttosto che rapinarli per strada. Sul versante aziendale, molte imprese hanno adottato il sistema del cloud computing: i dati, anziché essere conservati internamente, vengono immagazzinati su enormi server gestiti da colossi come Google. È un grande vantaggio economico, ma si aprono pericolose falle nella sicurezza: per accedere ai dati bisogna passare per internet. Uno studio di Trend Micro ha rivelato che il 43% di queste aziende ha già avuto problemi con il proprio fornitore di servizi. Intanto i ladri si evolvono. Secondo la Società europea di intelligence strategica (Ceis), i cybercriminali formano ormai una catena, composta da individui che hanno competenze multiple, presenti in vari paesi. Tale organizzazione permette agli autori degli attacchi di far sparire velocemente le loro tracce. I dati bancari, per esempio, vengono rivenduti a siti web grossisti, per così dire, che a loro volta li commercializzano a siti di vendita al dettaglio che sono più accessibili ai singoli internauti. Tutto ciò è fatto ovviamente in gran segreto, ricorrendo a sistemi di comunicazione che non permettono l’identificazione delle persone. Il nemico invisibile corre in rete ed è diventato più subdolo che mai.