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 2011  giugno 29 Mercoledì calendario

I «RIVALI» TEDESCHI? CI OSSERVANO (E SI SENTONO SEMPRE PIU’ FORTI DI NOI)

Non crediate che i tedeschi non ci spiino. L’ hanno sempre fatto e continuano a farlo. Oggi possono essere arrabbiati con l’ Italia. Delusi. Ma come chi ama ed è stato tradito e guarda per capire. Per parte nostra, in questa relazione complicata nella quale di solito preferiamo parlare di calcio, il Paese al nord delle Alpi ci fa sognare per efficienza ma continuiamo, senza ammetterlo, a ritenerci meglio perché i nostri difetti ci piacciono più dei loro. È il rapporto di due Paesi che non possono stare l’ uno senza l’ altro, reciprocamente invidiosi ma che si cercano. Per capirne qualcosa di più, l’ ambasciata tedesca a Roma ha commissionato all’ Ispo di Renato Mannheimer una ricerca: «Germania, Italia e unità della Nazione». Ne risulta che in questo momento i tedeschi si sentono molto meglio di noi, che capiscono cos’ è il federalismo e cosa fa per l’ idea di nazione, che si sentono più forti. Per cominciare, dallo studio si direbbe anzi che gli italiani vorrebbero sprofondare: il 69,2 per cento di loro indica a Mannheimer qualcosa di negativo per definire l’ Italia, si tratti di caotica, di disunita, di governata male o di disonesta. I tedeschi - è una novità - invece si piacciono: solo il 16 per cento sceglie un attributo negativo per qualificare il proprio Paese. Non è una differenza da poco se si pensa da dove sono partiti i due Paesi alla fine della Seconda guerra mondiale. Uno, la Germania, nel dramma totale del post nazismo che ha poi affrontato senza pietà nell’ autoanalisi degli scorsi trent’ anni. L’ altro, l’ Italia, che si è spesso autoassolto anche del passato più oscuro. Bene: il risultato è che chi ha affrontato a muso duro i suoi fantasmi oggi si sente molto meglio. Più nel concreto, ai tedeschi che vivono in Italia mancano, rispetto al loro Paese, le opportunità di lavoro (15 per cento), una classe politica decente (15), l’ efficienza (15), lo sviluppo economico (12), il sistema sanitario (11) e via con i punti deboli della Penisola. L’ ambasciata tedesca in Italia ha però voluto che lo studio cogliesse anche alcuni aspetti politici di lungo termine, un po’ in occasione del 150° anniversario dell’ Unità italiana, un po’ in occasione della visita che tra dieci giorni il presidente Christian Wulff effettuerà a Roma. Si scopre così che l’ 83 per cento dei tedeschi giudica positivamente il fatto che la Germania sia un Paese unito, ma solo in 65 su cento pensano che l’ unità sia una cosa positiva anche per l’ Italia. Il fatto è che il 58 per cento dei tedeschi è convinto che la Penisola sia un Paese profondamente diviso tra Nord e Sud. D’ altra parte, anche il 65 per cento degli italiani ritiene che i governi non abbiano fatto abbastanza per ridurre la divisione tra Settentrione e Mezzogiorno. E qui si arriva al dato politico forse più interessante. Ai tedeschi, che lo provano da decenni, il federalismo va tutto sommato bene: il 67 per cento lo ritiene un elemento di unificazione nazionale. Per gli italiani, questa percentuale crolla a 46. Non solo: altrettanti, in Italia, considerano il federalismo negativo per l’ unità della nazione. Infine, la rivalità, che di questi tempi è soprattutto economica e commerciale. Qui, solo il 6 per cento dei tedeschi vede gli italiani come seri concorrenti; mentre a temere la concorrenza della Germania sono 16 italiani su cento. Insomma, ci spiano, ci guardano e si sentono più forti.
Danilo Taino