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 2011  giugno 30 Giovedì calendario

GLI ANIMALI BAMBOCCIONI A UN PASSO DALL´ESTINZIONE

Se crediamo che i nostri figli siano dei bamboccioni perché restano attaccati alle gonne di mammà fino a trent´anni, consoliamoci pensando che in natura c´è chi sta peggio. Il camaleonte del Madagascar passa la bellezza di due terzi della sua esistenza nel guscio materno. E il piccolo panda esige di essere mantenuto così a lungo da sfiancare i poveri genitori.
Genitori che, non a caso, sono a rischio di estinzione. Quattordici poppate quotidiane e una domanda di accudimento così prolungata ed esclusiva, che ogni mamma riesce a occuparsi di un solo cucciolo alla volta. E quando partorisce due gemelli, quello più sfortunato viene abbandonato. Ma in compenso l´altro è servito e riverito come un principino. È la dura legge dell´evoluzione. Più lungo è l´accudimento, meno numerosi sono i figli. E, al contrario, le specie più prolifiche sono quelle in cui la gestazione è breve, lo svezzamento brevissimo e la convivenza genitori-figli ridotta al minimo. Questo insegna la natura, dimostrando che noi umani non siamo poi tanto originali. Ed è quanto ci ricorda l´ultimo numero di Wired, che mette a confronto le specie più riproduttive con quelle a crescita zero o giù di lì.
Il raffronto fra i dati ci aiuta a vedere quanto di naturale ci sia alla base di certi problemi che spesso tendiamo a considerare esclusivi di noi uomini della tarda modernità. Nel senso che i nostri comportamenti sessuali, le nostre scelte famigliari e riproduttive non dipendono solo da fattori economici, etici, sociali, ma sono scritti nei registri imperscrutabili della natura e dell´evoluzione. A dirlo sono grandi etologi come Edward O. Wilson, professore ad Harvard e inventore della sociobiologia, secondo il quale gli uomini come gli animali fanno più figli quando le condizioni ambientali sono meno propizie e l´aspettativa di vita è più breve. Un po´ quel che succede nelle favelas e negli slum del terzo mondo. Dove i cuccioli d´uomo nascono a frotte e crescono in fretta, anche troppo. All´opposto, i viventi tendono a fare pochi bambini e a tenerli con sé per un sacco di tempo quando l´habitat è favorevole e la longevità è un dato acquisito. Sembra proprio l´identikit dell´homo italicus di oggi. Che rimane figlio ad libitum. E si riproduce sempre meno volentieri. Col risultato che l´Italia è in fondo alle classifiche europee della natalità.
Insomma, almeno in questa fase storica, più che ai conigli assomigliamo ai bonobo. Ovvero le scimmie antropomorfe che condividono con noi umani quasi tutto il loro genoma e fanno pochissimi figli. Tutti bamboccioni, vezzeggiati e coccolati fino all´età della pensione. Frans de Waal, professore all´Emory University di Atlanta, che li studia da una vita, sostiene che questi scimpanzé edonisti fanno sesso e volentieri. Ma il loro kamasutra è più ricreativo che riproduttivo. Autoerotismo, petting spinto, unioni gay, scambio di partner e perfino sex toys. Decisamente i bonobo non si fanno mancare nulla e il loro eros è da Guinness dei primati. Al punto che il noto rapper Caparezza gli ha dedicato un vero e proprio inno, Bonobo power, esaltandone la superiore libertà di costumi. Che farebbe della scimmia l´evoluzione liberal della specie umana.
Tutto tranne che bebé anche per gli elefanti. Le femmine partoriscono ad ogni morte di papa. Ma in compenso lo svezzamento dei cuccioli e il loro baby sitting durano un´eternità, estenuando i genitori e l´intero branco. Che finisce per viverli come un peso. Umanizzando i pachidermi si potrebbe dire che i costi sociali della maternità sono troppo onerosi per la collettività. Ragioni analoghe spiegano anche la decrescita felice dei dugonghi o dei rinoceronti di Sumatra. Gravidanze poche, cure parentali interminabili. Insomma i bamboccioni si danno in natura.
Tutt´altro destino invece per la prole, numerosissima, di criceti, cavallucci marini, vedove nere, formiche, conigli, topi e grilli. Che hanno vita breve e fanno una quantità industriale di creature. Distribuendo così le possibilità di sopravvivenza della specie su un numero sempre più alto di nuovi nati. Messi al mondo e subito lasciati a se stessi. È la crudele aritmetica della vita. In fondo Madre natura spezza una lancia a favore dei bamboccioni. E sembra dire di tenerceli cari. Perché il loro privilegio è anche il nostro.