Nicoletta Picchio, Il Sole 24 Ore 29/6/2011, 29 giugno 2011
UNA FIRMA CHE APRE UN’ERA NUOVA
Più di sei ore di trattativa, anche con momenti di difficoltà. Poi, quasi alle dieci di sera è arrivata la firma. Stavolta unitaria: tutti d’accordo, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Un accordo che segna un passaggio storico nelle relazioni industriali e che riguarda la rappresentatività delle sigle sindacali e l’esigibilità dei contratti aziendali. Confermando le previsioni della vigilia, l’intesa firmata ieri stabilisce che se un accordo aziendale viene approvato dalla maggioranza delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie, oppure delle Rsa, le rappresentanze sindacali aziendali, le norme sono efficaci per tutto il personale "in forza" dell’azienda" e vincolano tutte le organizzazioni sindacali che hanno firmato l’intesa. Nel caso degli accordi siglati dalle Rsa è previsto un referendum abrogativo.
È stato uno dei punti più delicati della trattativa, insieme all’aspetto delle possibile modifiche che può contenere il contratto aziendale rispetto a quello nazionale. Nel 2009 è stata proprio la possibilità delle deroghe uno dei motivi per cui la Cgil di Guglielmo Epifani decise di non firmare la riforma della contrattazione.
Ieri, pur con termini diversi, si apre comunque la porta ad «intese modificative» anche in via sperimentale e temporanea.
Una possibilità che vale sia per quelle categorie il cui contratto collettivo le ha già recepite, come hanno fatto per esempio i metalmeccanici (articolo 4 bis), sia per quelle categorie che dovranno ancora farlo. In questo caso vengono specificati gli argomenti su cui si può intervenire: prestazione lavorativa, orari e organizzazione del lavoro. Intese che, viene detto esplicitamente nel testo, hanno efficacia generale come disciplinata nel protocollo.
È stata messa da parte però, per le resistenze della Cgil, la proposta di specificare la validità retroattiva delle norme sull’esigibilità delle intese aziendali. Un articolo che si sarebbe potuto applicare alle intese Fiat di Pomigliano e di Mirafiori, che sono già state firmate nei mesi scorsi (se l’accordo ci fosse già stato, Fiat non avrebbe avuto bisogno di creare newco fuori da Confindustria e di fare nascere le Rsa per avere quanto più possibile la garanzia di gestire gli investimenti).
Il protocollo, comunque, inserisce oltre all’esigibilità degli accordi aziendali approvati a maggioranza dalle Rsu e Rsa, anche il principio di tregua sindacale, proprio per evitare che una volta approvata l’intesa ci sia qualche sigla che proclama scioperi. Saranno i contratti aziendali a definire le clausole di tregua sindacale per garantire l’esigibilità delle intese. L’effetto sarà vincolante per le organizzazioni sindacali che hanno firmato l’intesa e non per i singoli lavoratori (per evitare di incappare nell’incostituzionalità).
Il protocollo, al punto primo, affronta anche la questione della rappresentatività delle sigle sindacali. Il punto di riferimento è stato l’accordo di Cgil, Cisl e Uil del 2008: ci sarà un mix tra deleghe e voti.
Il numero delle deleghe viene certificato dall’Inps e trasmesso al Cnel, che dovrà ponderarlo con i voti delle Rsu. Per la legittimazione a nagoziare è necessario che il dato di rappresentatività per ogni organizzazioni superi il 5% del totale dei lavoratori.