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 2011  giugno 30 Giovedì calendario

I dentini congelati in banca (pensando al futuro) - Quando la scienza ri­vede e corregge le tradizioni più antiche

I dentini congelati in banca (pensando al futuro) - Quando la scienza ri­vede e corregge le tradizioni più antiche. D’ora in avanti i bimbi che perdono i dentini da latte non li dovranno più nascondere sotto il cuscino. Né dovranno metterli fuori dalla finestra in attesa del «to­polino » o della fatina che por­tino la busta con la mancia. Il baby business dei dentini prende un’altra forma.Se ca­dono un canino o un incisi­vo, è bene che mamma e pa­pà si rivolgano alla Banca del sorriso per conservare quel­lo che si potrebbe rivelare un patrimonio unico, ben più redditizio della mancetta che si riceve alle elementari. Il Policlinico di Milano ha re­alizzato una banca pubblica no profit per conservare le cellule staminali dentali. In sostanza, il dentino perso dai bimbi a 8 anni viene con­gelato e conservato a basso costo per oltre vent’anni. In attesa che la ricerca sulle cel­lule staminali dica come e quando poterlo riutilizzare per creare nuovi tessuti e nuovi denti. La novità è destinata a rivo­luz­ionare la medicina e l’assi­stenza odontoiatrica: si use­ranno sempre meno mate­riali sintetici per ricostruire la bocca dei pazienti e presto ci si potrà affidare al vecchio dentino perso da piccoli per creare «protesi» naturali. La banca del Policlinico è il pri­mo esempio in Italia di ban­caggio di denti interi. In altri ospedali, come ad esempio a Torino, le cellule staminali della polpa dentale vengono conservate solo dopo essere state estratte. I ricercatori dell’ospedale milanese inve­ce hanno messo a punto una nuova metodica per crio­conservare (cioè surgelare) i denti interi. La polpa del den­te verrà recuperata in una fa­se successiva, solo nel mo­mento in cui ce ne sarà biso­gno. «La metodica - spiega Sil­via Gioventù, dottoranda di Ricerca in Scienze fisiopato­logiche del ciclo della vita e ideatrice della ricerca - com­porta l’utilizzo di un laser che permette di effettuare sul dente alcuni fori affinché sia possibile rimuovere, in modo preciso e selettivo, por­zioni di smalto dentale sen­za il rischio di asportare, lace­rare o surriscaldare la polpa dentale. Le cellule staminali estratte da un dente presen­tano una capacità replicati­va nelle colture cellulari simi­le a quella delle cellule fre­sche, non crioconservate». Se un dentino dondola quindi si può chiedere cosa fare alla clinica odontoiatri­ca della fondazione, dove i dentisti procederanno al­l’estrazione e all’immediato trattamento per l’archivia­zione nella banca del sorri­so. Il progetto ha sollevato l’in­teresse della Regione Lom­bardia, tanto che l’assessore lombardo alla Sanità Lucia­no Bresciani ha voluto esse­re presente all’inaugurazio­ne del nuovo archivio di sta­minali, che per ora si trova presso la biobanca italiana della fondazione. «Lo studio delle cellule staminali - spie­ga Bresciani - e delle loro ap­plicazioni cliniche rappre­senta senza ombra di dub­bio l’ultima frontiera della medicina: la possibilità di stoccare in modo sicuro e tec­nologicamente avanzato le staminali derivate dalla pol­pa dentale costituisce un pas­so cruciale nell’introduzio­ne di pratiche legate alla me­dicina rigenerativa. È il futu­ro nella cura per molte pato­l­ogie che ad oggi non sono ri­solvibili ». I medici stanno già pensan­do al passo successivo. «In fu­turo - spiega Franco Santo­ro, direttore della clinica odontoiatrica della fondazio­ne - pensiamo al coinvolgi­mento di altre strutture per la raccolta del materiale e per lo sviluppo degli studi preclinici su questo tipo di cellule».