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 2011  giugno 29 Mercoledì calendario

A Palazzo dei Normanni una maggioranza trasversale di indagati - Il vecchio presidente è in carcere (condannato a 7 anni), quello attuale, Raffaele Lombardo, è indagato per fatti di mafia

A Palazzo dei Normanni una maggioranza trasversale di indagati - Il vecchio presidente è in carcere (condannato a 7 anni), quello attuale, Raffaele Lombardo, è indagato per fatti di mafia. Totò Cuffaro è un ricordo e un pesantissimo monito, nella Sicilia che ha un parlamento con 26 indagati su 90 deputati: lui ha una condanna definitiva e dal carcere non uscirà prima del 2016. Ma intanto anche gli onorevoli siciliani si alternano: lunedì era uscito dagli arresti domiciliari, dopo 3 mesi e mezzo, Gaspare Vitrano, del Pd, sorpreso l’11 marzo con una mazzetta da 10 mila euro in tasca; ieri agli arresti in casa è andato Cateno De Luca, che sarà sospeso dalla carica a beneficio del primo dei non eletti del suo partito di origine, il Movimento per l’autonomia del presidente Lombardo. Vitrano è stato liberato, ma il tribunale del riesame lo ha spedito oltre lo Stretto. Se sta in Sicilia, hanno argomentato i giudici, potrebbe tornare a commettere reati. Sicilia dipinta quasi come luogo di tentazione, in cui il partito di Lombardo, che guida una giunta anomala di tecnici, appoggiata da Mpa, Pd, Udc, rutelliani e finiani, conta sei indagati su dodici componenti del gruppo. E primus inter pares è proprio Lombardo, oggetto di una contesa, nella sua Catania, tra il procuratore facente funzioni Michelangelo Patanè, che vorrebbe archiviare l’indagine, e l’ex presidente dell’Anm nazionale, Giuseppe Gennaro, che vorrebbe chiedere per lui il processo per concorso in associazione mafiosa. Lombardo è ancora indagato anche a Palermo, ma per fatti decisamente meno gravi: omissione di atti d’ufficio con riferimento al mancato varo dei piani antismog. Dell’Mpa è Riccardo Minardo, altro deputato, con De Luca, per ora ai domiciliari con l’accusa di truffa allo Stato e all’Unione europea. Nella pattuglia del presidente c’è tra gli altri anche Giuseppe Federico, presidente della Provincia di Caltanissetta, accusato di voto di scambio. Nel Pd oltre a Vitrano sotto inchiesta ci sono Elio Galvagno e Salvatore Termine, che nella loro Enna rispondono di falso in bilancio, e Giuseppe Picciolo, accusato di simulazione di reato e calunnia. Il Pid conta Fausto Fagone, accusato di concorso esterno nella stessa indagine (Iblis) in cui è coinvolto Lombardo, e il capogruppo Rudy Maira, che a Caltanissetta risponde di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli appalti. Fra gli uomini vicini al ministro Saverio Romano c’è poi un condannato «definitivo», Santo Catalano, che doveva essere dichiarato ineleggibile: ma l’Ars gli ha salvato il posto, con un voto su cui si è gridato allo scandalo. Altro coinvolto in Iblis è Giovanni Cristaudo, accusato di concorso esterno, di «Alleati per la Sicilia» (i Responsabili). Di voto di scambio rispondono Riccardo Savona, dello stesso gruppo, e il futurista Alessandro Aricò, la cui posizione è però stata ridimensionata da un pentito. L’archiviazione per concorso esterno è stata proposta per l’ex vicepresidente della Regione Michele Cimino, di Forza del Sud, il partito del dissidente Gianfranco Miccichè e di Franco Mineo, che invece dopodomani potrebbe essere rinviato a giudizio per fittizia intestazione di beni. Nel Pdl ci sono fra gli altri il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, che ha una condanna definitiva per peculato, e Salvino Caputo, condannato a 2 anni in primo grado per avere fatto togliere delle multe quando era sindaco di Monreale. Tra i presunti beneficiati anche il vescovo.