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 2011  giugno 30 Giovedì calendario

HELLINIKON, L’AEROPORTO IN VENDITA DA DIECI ANNI

La rete di cinta lungo i 70 ettari di terreno impedisce l’ingresso ai visitatori, ma non di scorgere tra le maglie arrugginite un vecchio e glorioso Boeing ormai in disuso parcheggiato sulla pista da anni, ultimo testimone dell’aeroporto Hellinikon, il vecchio scalo di Atene mandato in pensione prima delle Olimpiadi 2004 per far spazio al modernissimo Elefterios Venizelos (uno statista con lo stesso nome, come spesso accade in Grecia, del nuovo ministro delle Finanze Evangelos Venizelos).

L’aeroporto, vicino alla spiaggia di Glyfada, è il simbolo delle privatizzazioni impossibili in Grecia, sempre in rampa di lancio e mai arrivate a destinazione, per ricorsi, regolamenti e farraginosità delle procedure. Non ultima la mancanza di una vero catasto urbano e dei terreni.

Il piano di medio termine appena approvato ieri dal Parlamento prevede 78 miliardi di euro di nuove entrate di cui 50 miliardi dalle privatizzazioni, passo necessario per convincere l’Europa e l’Fmi a sganciare i nuovi aiuti da 110 miliardi con la partecipazione "volontaria" dei creditori privati. Una scommessa ardua, visto che la Grecia ha attirato dal ’90 ad oggi 25 miliardi di investimenti esteri, e ora si tenta il raddoppio in cinque anni.

Nell’elenco dei beni da vendere c’è anche l’aeroporto Hellinikon, il sogno degli immobiliaristi tra cui un fondo del Qatar che ha offerto 4,5 miliardi di dollari per trasformarlo in campi da golf, residence, centri commerciali e alberghi di lusso. Il premier George Papandreou ha fatto di tutto per convincere i partner europei che questa volta fa sul serio, ma i dubbi restano.

Da dieci anni in vendita, l’Hellinikon non trova mai l’acquirente giusto, una fatica di Sisifo. Una volta si sono opposti gli abitanti del comune che volevano che l’area venisse trasformata in parco e scuole, un’altra è stato il sindaco Christos Kortzidis, sindaco di Hellinikon, uomo all’antica certo che «le privatizzazioni no paseran».

Sarà la volta buona? Papandreou ci scommette e ieri ha fatto un passo avanti visto che senza i 50 miliardi sarà difficile che arrivino nuovi soldi.

Secondo un rapporto di Privatization Barometer, istituto di Milano sponsorizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, solo 13 miliardi di assets sarebbero pronti per essere ceduti e giudica la vendita la vendita di 6,6 miliardi di euro di partecipazioni statali in compagnie quotate in borsa e altri 7 miliardi in compagnie non quotate «ottimistica».

Comunque la lista è lunga: la Grecia vuole mettere sul mercato una quota della compagnia elettrica Dei, una mossa che sta provocando black-out improvvisi nel Paese. Verrà ceduta nel 2012 tutta la partecipazione (34%) in Opap, la più grande società di lotterie e scommesse d’Europa.

Il Demanio venderà beni per 15 miliardi, comprese le faraoniche attrezzature costruite per i Giochi olimpici e da allora inutilizzate. In programma poi il taglio nel 2011 della partecipazione del 34% nella società del gas (Depa) e la privatizzazione degli acquedotti di Atene (Eydap) e di Salonicco (Eyath).

Nel settore finanziario si prevede l’entrata di un socio strategico in Hellenic Post (Elta) nel 2012, la riduzione della partecipazione in Agricultural Bank (Ate Bank) e la vendita delle attività commerciali della Cassa Depositi e Prestiti. Un libro dei sogni? Lo vedremo presto.