Varie, 29 giugno 2011
Tags : Sokratis Giolias
Giolias Sokratis
• (Germania) 13 febbraio 1973, Ilioupolis (Grecia) 19 luglio 2010 (assassinio rivendicato dal gruppo estremista greco “Setta dei rivoluzionari”). Giornalista • «Svegliato alle prime luci dell’alba, persuaso con un pretesto a scendere per strada e lì freddato con due sventagliate di mitra. Così, con un’esecuzione di stampo mafioso, è stato ucciso [...] Giolias, direttore della stazione radio Thema 9.89. Poco dopo le 5 (le 4 italiane) qualcuno ha suonato al citofono della sua abitazione, alla periferia della capitale, e l’ha invitato ad uscire dicendogli che c’era stato un tentativo di furto della sua auto. Appena il giornalista è arrivato sull’uscio di casa, i suoi killer hanno aperto il fuoco crivellandolo di colpi con armi automatiche calibro 9, tipo Uzi. Giolias [...] colpito da 13 proiettili, è morto sul colpo. Sul posto, la polizia ha rinvenuto 16 bossoli. Secondo testimoni oculari, tra i quali la moglie della vittima, gli assassini indossavano uniformi di un servizio di sicurezza privato ed erano almeno tre [...] l’avvocato di Giolias, Yannis Marakakis, ha invitato gli inquirenti a controllare i file contenuti nel computer della vittima, sottolineando che questi aveva ricevuto parecchie minacce perché si stava occupando di corruzione e collusioni tra crimine organizzato, imprenditori e persino agenti di polizia. Tuttavia, dopo aver dichiarato che perfino il modus operandi delitto sembrava collegato al crimine organizzato [...] gli inquirenti hanno cominciato a privilegiare la pista anarco-insurrezionalista. [...] In particolare ha dichiarato la polizia, le mitragliatrici con cui è stato trucidato Socrate Giolias sono le stesse usate per uccidere nel 2009 un agente di polizia e compiere altri due attacchi: uno contro le forze dell’ordine e un altro ai danni della rete televisiva privata Alter. Tutte azioni rivendicate dallo stesso gruppo terrorista. [...]» (Pietro Del re, “la Repubblica” 20/7/2010) • Vedi anche Giordano Stabile, “La Stampa” 20/7/2011; Antonio Ferrari, “Corriere della Sera” 20/7/2011; “La Stampa” 28/7/2010.