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 2011  giugno 29 Mercoledì calendario

Fatayer IbrahimAbdellatif

• Tall Al Zaatar (Libano) 7 ottobre 1965. Uno dei dirottatori dell’Achille Lauro (7 ottobre 1985, vedi alla fine della scheda). Ritenuto dal prefetto di Perugia (dove aveva passato tre anni di libertà vigilata, dopo i venti di carcere) ancora pericoloso e da espellere, respinto dal Libano che non lo voleva indietro, clandestino e senza patria, nell’agosto 2008 lasciò il centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria, adesso vive in Palestina • «[...] Eravamo una famiglia felice, mio padre faceva il macellaio. I militari l’hanno ucciso sotto i miei occhi quando avevo nove anni. Ho perso tutti i parenti nella guerra del Libano. Per questo sono diventato un terrorista, volevo riprendermi quello che mi avevano tolto [...]» (Niccolò Zancan, “La Stampa” 26/1/2009) • «[...] In quell’azione dell’ottobre 1985, condotta da un commando del Fronte per la liberazione della Palestina di Abu Abbas, morì il passeggero statunitense di origine ebraica Leon Klinghoffer: omicidio che fece scattare l’ergastolo per uno dei dirottatori. Non per Fatayer, che se l’è cavata con una pena finita di scontare nel 2005. Poi cominciarono i tre anni libertà vigilata trascorsi a Perugia, ospite della Caritas e facendo vari lavori, tra cui quello di pizzaiolo. Terminato anche il periodo di pena accessoria, nell’aprile 2008 un giudice ha stabilito che l’ex terrorista palestinese [...] non è più un soggetto socialmente pericoloso. Ma il prefetto del capoluogo umbro ne ha subito decretato l’espulsione con la motivazione inversa: Fatayer resta pericoloso, e in più clandestino. [...] Nel 2000 il dirottatore dell’Achille Lauro si era pubblicamente dissociato dalla lotta armata per sostenere la causa palestinese, schierandosi con Arafat e la soluzione politica. Chiese la grazia, nonché altri benefici come la semilibertà che gli fu puntualmente negata. La ripresa del conflitto arabo-israeliano, secondo il giudice che si pronunciò allora, avrebbe potuto indurre Fatayer a fuggire. Quando è uscito non solo non è fuggito, ma ha chiesto di poter rimanere legalmente. Inutilmente [...]» (Giovanni Bianconi, “Corriere della Sera” 7/7/2008) • Il 7 ottobre 1985 l’Achille Lauro, ammiraglia della flotta italiana, era in crociera tra Genova e il Mediterraneo orientale. Al largo delle coste egiziane, la maggior parte dei passeggeri scese ad Alessandria per una visita-escursione al Cairo: alle 13.25 entrò in azione un commando del Fronte per la liberazione della Palestina di Abu Abbas. I dirottatori Magied El Molqi e Al Asker Bassan, armati di fucile e bombe a mano, irruppero sul ponte di comando e bloccarono il capitano della nave, il comandante Gerardo De Rosa. Altri due uomini, Fatayer Abdellatif e Marouf Al Assadi, si occuparono dei passeggeri. Il commando chiese la liberazione di cinquantadue palestinesi prigionieri in Israele. L’8 ottobre fu ucciso a sangue freddo il cittadino statunitense Leon Klinghoffer (il corpo fu gettato in mare). La nave ripartì diretta verso la Libia, poi deviò verso Port Said, dove arrivò il 9 ottobre. Qui il commando scappò imbarcandosi su una motovedetta egiziana. L’11 ottobre un aereo egiziano diretto in Tunisia con a bordo i quattro dirottatori fu costretto ad atterrare a Sigonella, in Sicilia. El Molky, condannato come esecutore materiale dell’assassinio di Klinghoffer, vive in Siria; Al Asker, fuggito dall’Italia nel 1991 dopo aver ottenuto la semilibertà ed essere stato affidato a un programma di recupero della Croce Rossa, vive a Bagdad (nel 2004 era stato dato per morto); dopo aver collaborato con i magistrati, Al Assadi risiederebbe sotto copertura in Italia • Vedi anche: Davide Frattini, “Corriere della Sera” 14/1/2011.