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 2011  maggio 27 Venerdì calendario

LOW COST-DALLE CURE MEDICHE AL RISTORANTE, OK IL PREZZO E’ BASSO

(due pezzi) - Ogni mattina Alessio Altorio accende il computer e passa in rassegna le offerte ricevute nella notte da Groupon. Il gigante web, nato negli Stati Uniti e attivo anche in Italia, contratta forti sconti con ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, centri benessere e li propone via email ai propri iscritti, che possono decidere se accettare o meno. Se aderisce un certo numero di clienti l’affare è concluso e il coupon valido, pronto per essere speso. «All’inizio ti emoziona l’attesa e la sensazione di far parte di una comunità di centinaia di persone. Poi ci fai l’abitudine, anche perché la transazione va quasi sempre a buon fine», spiega Altorio, 26 anni, praticante avvocato, una decina di acquisti all’attivo tra cui una pulizia dei denti a 19 euro (invece di 70) e una cena a un ristorante da cento euro a persona spuntata a 15. Il social shopping, attraverso Groupon e i cloni spuntati fuori negli ultimi tempi, è l’ultima frontiera del low cost, fenomeno sempre più trasversale e transgenerazionale. Da virtù ereditata dai nonni la propensione al risparmio per gli italiani è diventata una necessità, sull’onda della più lunga e profonda crisi economica degli ultimi decenni. Con un divario tra ricchi e poveri che aumenta sempre di più, come risulta dal nuovo rapporto Ocse che colloca l’Italia al quinto posto tra i Paesi contrattuapiù sviluppati per livello di disuguaglianza complessiva, alle spalle di Stati Uniti e Gran Bretagna ma avanti a Francia e Germania. E così c’è chi resta mezz’ora in coda alla pompa di benzina no logo per spuntare dieci o quindici centesimi in meno al litro. Chi compra una berlina fiammante con settemila euro, chi prenota con sei mesi d’anticipo e vola a Londra spendendo meno che in pizzeria, chi riesce a pagare una casa in centro quanto un box auto in periferia. E se fino a ieri i pionieri del low cost tenevano d’occhio solo le promozioni di compagnie aeree senza fronzoli, motori di ricerca di viaggi, produttori di elementi d’arredo e big della grande distribuzione alimentare, oggi esplorano territori sempre nuovi: servizi sanitari (in particolare i dentisti), impianti per il riscaldamento a pellet e pannelli fotovoltaici, ristoranti di qualità e perfino alberghi a cinque stelle, fuoristrada e crociere. Fino all’ossimoro: il lusso low cost. «Gli italiani, in genere piuttosto conservatori dal punto di vista dei comportamenti di consumo, per effetto della crisi sperimentano soluzioni di acquisto inedite, alla ricerca del miglior rapporto tra prezzo e valore», dice Andrea Cinosi, presidente di Assolowcost, l’associazione che riunisce diciannove aziende low cost di qualità tra cui Ikea, Ing Direct, Mercatone Uno e Camicissima. Come risulta dal rapporto annuale 2011 Assolowcost, il settore nel 2010 è cresciuto del 13,53 per cento rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di quasi 77 miliardi di euro. L’anno scorso un italiano su due ha acquistato un prodotto o un servizio a basso costo, con alcuni picchi significativi per carburanti (più 24 per cento rispetto al 2009), servizi sanitari (più 18 per cento), banche e assicurazioni (più 15 per cento). «Le assicurazioni dirette, emanazione delle compagnie tradizionali, hanno avuto un vero e proprio boom» dice ancora Cinosi. «Oggi rappresentano il sei per cento del mercato e hanno ancora un ampio margine di crescita, visto che la media europea è del 14. I consumatori apprezzano la trasparenza delle condizioni contrattuali li delle polizze, la chiarezza e la correttezza delle risposte fornite dagli agenti e dal personale, la capacità di offrire soluzioni personalizzate». Il successo delle imprese del settore, in realtà, si basa sul passaparola sul web attraverso Facebook e Twitter, formidabili acceleratori di suggerimenti e informazioni. E internet è anche il luogo ideale dello scambio per i consumatori low cost più consapevoli dal punto di vista etico. In L’economia del noi (Laterza, pp. 122, euro 12) Roberta Carlini racconta l’Italia che condivide, dai gruppi di acquisto solidali al «business sociale» della finanza etica, dalle esperienze di cohousing e coworking, spazi per abitare e lavorare in comune, all’insegna del risparmio e dello scambio di idee, fino alle comunità del free software e dell’hardware regalato sparse per la Penisola. A Roma è attivo Binario etico, la cooperativa creata da Ruggero Russo e da un suo ex compagno di università, Davide Lamanna: prendono i computer dismessi, li rimettono a posto e li vendono a prezzi accessibili a tutti coloro che non possono permettersi di comprarne uno nuovo, oppure li regalano, qualora ci sia una comunità (scuole, carceri, centri anziani) o una fondazione che finanzi l’operazione. «La condivisione, potenziata dalla Rete, è diventata un nuovo stile di vita», spiega Carlini. «Da un lato permette di risparmiare, dall’altro rimette in discussione il concetto di proprietà privata. Del resto le comunità del software open source, a cui hanno aperto anche le multinazionali del settore, sono molto efficienti. Internet, tuttavia, è però un’arma a doppio taglio. I “web pessimisti” sostengono che si può trasformare in una grande rete di sfruttamento di lavoro gratuito. Magari attraverso il crowdsourcing, il meccanismo su cui si basa anche Wikipedia. Bisogna valutare bene chi gestisce i progetti e il suo committente». Nel mondo del low cost, in effetti, non è tutto oro. A marzo scorso, per esempio, l’Antitrust ha sanzionato per 415 mila euro complessivi le agenzie di viaggio Expedia, Expedia Italy, Edreams e Opodo Italia per scarsa trasparenza delle informazioni ai consumatori, meccanismi di assicurazione dei pacchetti vacanza poco chiari, addebiti su carte di credito non dovuti per transazioni non completate, gestione scorretta dei reclami. Nel libro Italia low cost (Aliberti editore, pp. 500, euro 19), inchiesta giornalistica e utilissima guida pratica, Filippo Astone e Rossana Lacala raccontano le insidie nascoste dietro le offerte a basso costo ma anche le meraviglie della nuova «Ryanair society». Come comprare una casa di novanta metri quadrati con giardino e garage a Milano a 192 mila euro, partecipando alle aste giudiziarie e ai bandi proposti da alcune aziende statali ed enti pubblici come le Ferrovie dello Stato. E come distinguere tra pregi e difetti delle principali proposte di banche e assicurazioni on line. «Molti aspetti di questo new deal ci piacciono», spiega Filippo Astone: «I consumatori scelgono con maggiore consapevolezza rispetto al passato, evitano gli sprechi e coltivano la sana diffidenza verso la propaganda delle marche e i diktat della pubblicità. Dire questo, però, non significa approvare tutte le implicazioni di questo fenomeno. Gli oggetti a poco prezzo e di grande appeal possono produrre maggiore qualità della vita, ma anche un’accelerazione dell’ingordigia usa e getta, dell’accumulazione fine a se stessa, della follia di riempire i propri cassetti di vestiti e le proprie case di gadget che in realtà servono poco». Questo il possibile rischio, ma i vantaggi del low cost sono tanti e si misurano tutti in euro. Risparmiati. Emanuele Coen

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La salute accessibile: così il dentista ha messo giudizio
Osservando gli aerei in volo il dottor Maurizio Pedone ha capito che poteva estrarre un molare senza far male al portafogli del paziente. «Un giorno» racconta il dentista «mi sono messo a studiare i sistemi di gestione delle spese delle compagnie low cost. Ho capito che per far pagare meno le prestazioni odontoiatriche, c’è bisogno di un nuovo modello organizzativo: più moderno e razionale». Nasce così Amico Dentista (amicodentista.com), consorzio di undici studi sparsi per l’Italia («con il dodicesimo che aprirà presto a Roma»), che ha come slogan «i tuoi denti al prezzo giusto». «Il nostro mestiere è sempre stato figlio dell’arte dell’oreficeria» dice ancora Pedone «perché richiede lavori lunghi e meticolosi. Ma se ti fai aiutare dalle nuove tecnologie, offri ai pazienti interventi più veloci, più precisi e che durano nel tempo, tenendo basso il costo della prestazione». Grazie a metodologie innovative, come il 3D e il sintetizzatore laser, una protesi o un intervento di implantologia presso un «amico dentista» può costare anche il 40 per cento in meno rispetto ad altri studi. Ma Pedone precisa: «Low cost non significa bassa qualità dei materiali usati, semmai il contrario. Visto che siamo undici studi, possiamo definirci un vero gruppo d’acquisto: che compra tanti prodotti con un solo ordine, permettendosi di contrattare sul prezzo. E quando sai come risparmiare sugli strumenti, puoi davvero permetterti di fare prestazioni a prezzi concorrenziali». Anche per Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Sant’Agostino di Milano (cmsantagostino.it), la sanità può essere low cost, solo se gestita con razionalità: «So bene» dice Foresti «che parlare di processi industriali quando si erogano cure mediche, può mettere addosso al paziente un certo disagio. Ma grazie a un’organizzazione che parcellizza le attività dei nostri dottori, così da renderli fortemente specializzati, presso di noi le visite specialistiche costano 60 euro, mentre i tempi di attesa sono di circa una settimana». Ma quando vede prezzi così bassi, non c’è possibilità che il malato si spaventi? «Per far capire» conclude Foresti «che il nostro poliambulatorio non cerca il profitto ma una sanità sostenibile, usiamo una comunicazione trasparente: sul sito del centro non solo si trovano tutti i prezzi delle prestazioni, ma anche il curriculum dei medici che lavorano con noi. E visto che tra il 2009 e il 2010 i pazienti sono aumentati del 120 per cento, cominciamo a credere che il nostro low cost funzioni davvero». Emiliano Coraretti