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 2011  giugno 28 Martedì calendario

«La pipì su Sgarbi? Un’opera d’arte» - Pronto, contessa Marina Ripa di Meana? Può dedicar­mi un minuto? «Sì

«La pipì su Sgarbi? Un’opera d’arte» - Pronto, contessa Marina Ripa di Meana? Può dedicar­mi un minuto? «Sì. Bau bau . Zitto!» Zitto io? «No. Dico al cane. Lei parli pure...». Allora, si è pentita? «Pentita di cosa?». Di aver versato la pipì su Sgarbi. «Neanche un po’,anzi lo rifa­rei ». Ma come, una signora dal sangue blu che si balocca con la pipì? «Precisiamo: quella non era pipì, ma “piscia d’artista”»? E chi sarebbe l’«artista»? «Io, e chi se no?». Anche la pipì - anzi la «pi­scia » - era sua? «Certo che sì. Altissima e pu­rissima ». Come l’acqua Levissima. Ma Sgarbi non è Messner, e non ha gradito. «Neanche un po’.Mi ha rico­perta di improperî: stronza, troia, puttana e via offenden­do ». Lei ha risposto per le rime. Proprio una bella gara... «Ma la mia voleva essere solo una provocazione, mi dispiace che Vittorio l’abbia presa così male». Eccola la parola magica che emenda da qualsiasi respon­sabilità: «provocazione». «Mi sono ispirato alla “mer­da d’artista” di Piero Manzo­ni ». Ma Manzoni la sua merde d’artiste l’ha chiusa in un sca­­toletta, mica è andato in giro a gettarla addosso ai critici... «Io sono andata oltre. Così la prossima volta impara...». In che senso «la prossima volta impara...». Che cosa vuol dire? «Lasciamo perdere...». No, no, non lasciamo perde­re. Ci spieghi... «Sgarbi ha censurato dalla Biennale di Venezia un artista che aveva presentato una foto che immortalava insieme a me, mio marito e Alberto Mora­via ». E qual è stata la motivazio­ne addotta da Sgarbi? «Che io, mio marito e Mora­via siamo tre rincoglioniti». Lei smentisce, ovviamente. «Cosa, la censura?». No, di essere rincoglioni­ta... «Guardi, io sono lucidissi­ma. Nella mia vita ho frequen­tato fior di artisti. Vittorio inve­ce si è rivelato un piccolo uo­mo in Lebole...» Che intende per «uomo in Lebole»? «Un uomo ordinario. Che crede di essere chissà chi e in­vece è piccino piccino». Vabbè, abbiamo capito che lei c’è rimasta male per lo sgarbo di Sgarbi e così ha deci­so di vendicarsi tirando fuori la storia della «piscia d’arti­sta ». «No, le cose non stanno così. Io credo davvero nel valore arti­stico della mia ampollina di “ pi­scia d’artista”». Ancora con la storia della «piscia d’artista»? «Se Vittorio amasse davvero le donne come dice, si sarebbe dovuto inchinare, baciandomi la mano. E conservare gelosa­mente la mia preziosa ampolli­na ». Scusi contessa, è sicura di sentirsi bene? «Invece Sgarbi l’ampollina col mio nome l’ha scaraventa­ta per terra». Sì, e sembrava anche piutto­sto schifato. Si è tolto la cami­cia ed è rimasto a torso nudo. «Spero che almeno qualcu­no abbia conservato la camicia macchiata dalla mia piscia d’artista». Per portarla in lavanderia? «No, per conservala in una te­ca ed esporla alla prossima Biennale di Venezia». Come se fosse la Sindone. «Sì,la Sindone della pipì d’ar­­tista, firmata Marina Ripa di Meana».