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 2011  giugno 27 Lunedì calendario

L’italiano che fa le giostre anche per Walt Disney - Sul tavolo di lavoro ci sono bozzetti di montagne russe, dischi volanti, vascelli pirata, trenini e giostre che simulano corse folli e guerre stellari

L’italiano che fa le giostre anche per Walt Disney - Sul tavolo di lavoro ci sono bozzetti di montagne russe, dischi volanti, vascelli pirata, trenini e giostre che simulano corse folli e guerre stellari. Molti di questi finiranno nei parchi divertimento di mezzo mondo. Alberto Zamperla, 60 anni e un vulcano di idee in testa, rievoca nientemeno che il Manifesto dei Futuristi e «la bellezza della velocità» per riassumere il senso del proprio lavoro. Il movimento, i suoni e le luci che accompagnano quel brevissimo «viaggio» a mille all’ora fuori dal tempo e dallo spazio… Quella degli Zamperla è la storia di una famiglia italiana ricca di inventiva. Già a fine Ottocento, dove c’era uno spettacolo, c’era un’insegna Zamperla: il circo con il capostipite Angelo, le giostre di paese, il teatro e il cinematografo fino a Nazzareno Zamperla, attore, stuntman e maestro d’arte, che ha accompagnato Federico Fellini in tutta la sua carriera. Dopo il patriarca Angelo è la volta dei suoi 4 figli e, dopo di loro, dei figli dei figli tra i quali Antonio (papà dell’attuale presidente Alberto), fondatore della Antonio Zamperla Spa, il quale si specializza prima nelle giostre di piazza, poi nella produzione. Proprio l’auto e la velocità sono la scintilla che innescherà la storia di questa azienda di Altavilla Vicentina, in quel Veneto laborioso dove si trovano i migliori produttori di scocche in vetroresina. Correva l’anno 1960. Alle automobiline seguiranno i go-kart, i Mini jet, i Crazy Bus, tutti creati dal genio del signor Antonio. Con i primi Samba Balloon arriva l’intuizione commerciale: perché fermarsi ai bambini quando si può spostare il target delle attrazioni all’intera famiglia, con la nuova categoria delle Family Rides? Nel frattempo la tecnologia applicata al divertimento fa passi da gigante. I parchi a tema, sull’esempio americano, rimpiazzano via via i vecchi romantici luna-park e gli Zamperla non si fanno sorprendere. La svolta internazionale arriva nel 1988 quando Eurodisney coinvolge la piccola azienda veneta nella costruzione del mega parco alle porte di Parigi: 7 attrazioni sulle 12 iniziali sono firmate Zamperla. «Lavorare con loro è stata una grande palestra», racconta Alberto, che in azienda ha preso il posto del padre. E’ impressionante l’ingegneria che sta dietro al business del divertimento: meccanica, elettronica, pneumatica, oleodinamica. Per garantire emozioni in sicurezza nel quartier generale di Altavilla vicentina 25 ingegneri, fisici e matematici lavorano sugli stessi software di calcolo installati alla Boeing e nell’industria aerospaziale. Poi, quando un progetto ottiene il bollino dell’ufficio prototipi, ecco i disegnatori che «vestono» la giostra con Paperino e Topolino, lo ambientano nella preistoria, nel Far West o nello spazio. Ventitré anni dopo il debutto a Eurodisney, oggi Zamperla è leader mondiale nella progettazione e costruzione di giostre da parco, fattura 40 milioni di euro l’anno, dà lavoro a 150 dipendenti diretti, esporta il 96% del fatturato in oltre 90 paesi e ha filiali e stabilimenti in Usa, Filippine, Cina, Slovacchia, Russia e Bielorussia. Tra i suoi clienti ci sono Disney, Universal Studios, Paramount, Warner Bros, Six Flags, Merlin Entertainments, Adventure World, Dream World, Maaf Group e Genting Island. In pratica non esiste parco al mondo senza attrazioni Zamperla. Dal 2002, con l’apertura del parco mobile Victorian Gardens al Central Park di New York, il gruppo veneto è entrato anche nel business della realizzazione e gestione di parchi divertimento. Sempre nella Grande Mela, l’anno scorso Zamperla ha vinto la gara per rilanciare e gestire lo storico Luna Park di Coney Island, quello immortalato dal filmmust «I Guerrieri della notte». Attrazioni comprese, ben 23, tra cui le nuove montagne russe Volare costruite come un deltaplano, il Cavalry Coaster, lo Slingh Shot che spara in cielo i passeggeri come fossero fionde umane e il Turbo Force. «Mio padre ha sempre sognato di sbarcare negli Usa con le sue giostre», racconta il signor Alberto. «Alla fine della guerra, osservando le truppe alleate in Italia, ne aveva intuito la grande forza organizzativa. Il futuro verrà da oltreoceano, mi ripeteva sempre. L’ho fatto io, e questo mi riempie di orgoglio…». Per la cronaca: nel 2005 il vecchio fondatore, primo italiano nella storia, è entrato nella Iaapa, l’albo d’oro dei grandi personaggi dell’industria del divertimento, al fianco di Walt Disney, George Ferris e Walter Knott. Eppure quando chiedi ad Alberto Zamperla il segreto di questo grande successo italiano nel mondo, quasi si schermisce: «Nient’altro che la passione», ti risponde secco. «Lavorare, pensare fuori dagli schemi e l’innovazione come forma mentis», un po’ come l’ultima sfida: aprire il prossimo autunno, nel cuore di Baghdad, un nuovo grande parco con 17 attrazioni, negozi, ristoranti, un hotel a 4 stelle e un centro commerciale… Oggisuo figlio trentenne, che porta il nome Antonio come il nonno, è già entrato in azienda. «Si sta facendo le ossa al controllo di gestione», sorride Alberto. «L’altro figlio invece sta finendo l’università alla Columbia». Anche questo in fondo è made in Italy che si evolve, rinnovando la tradizione di una famiglia lontana dalle luci della ribalta che con le proprie giostre fa divertire mezzo mondo da tre generazioni. Mescolando creatività industriale, innovazione e sapienza artigiana.