LAURA ANELLO, La Stampa 27/6/2011, 27 giugno 2011
Il giallo del cavallo ucciso sul lungomare - Su una storia così, il commissario Montalbano ci ha costruito sopra una sua celebre indagine, inseguendo quella «Pista di sabbia» che l’ha portato nel cuore delle corse clandestine e dei misteri mafiosi
Il giallo del cavallo ucciso sul lungomare - Su una storia così, il commissario Montalbano ci ha costruito sopra una sua celebre indagine, inseguendo quella «Pista di sabbia» che l’ha portato nel cuore delle corse clandestine e dei misteri mafiosi. Ma se nel romanzo tutto cominciava da un purosangue ammazzato che gli appariva sulla spiaggia davanti casa, questa volta la carcassa di un cavallo è comparsa ai palermitani al Foro Italico, il lungomare turistico. La scoperta ieri all’alba, a pochi passi dalla gelateria che da secoli delizia i palati con i sorbetti al gelsomino e alla cannella. L’animale era accasciato dalla notte precedente. Vecchio, stanco, stremato dalla stanchezza, forse dopato per correre più veloce. «Is it a joke?», esclamava di buon mattino una turista inglese affacciata al bus turistico. Sulla strada, tra le prime auto di una domenica con un sole da cartolina, c’era un lenzuolo azzurro da cui spuntavano una coda e quattro zampe. Sullo sfondo, le palme, il mare, le colonne neoclassiche del Tempietto della musica. Già, tutto può aspettarsi a Palermo un’attempata signora anglosassone, magari anche coppole e lupare. Ma un cavallo sulla strada non rientra nell’immaginario anche più pittoresco. «Non è uno scherzo, è morto. Morto. Dead. Kaputt», le ha spiegato il conducente, abituato a rispondere in uno slang tutto suo. Già. Morto e buttato lì, con il solo conforto pietoso di un lenzuolo, dalla notte precedente. E destinato a restarci fino al tardo pomeriggio, quando finalmente il Comune è riuscito a rintracciare la ditta incaricata della rimozione delle carcasse, fino a qul momento sorvegliata dai vigili urbani. Per un intervento di emergenza ci sono volute più di venti ore, fra le proteste degli animalisti e lo sconcerto della città. Un’altra conferma del fatto che a Palermo per ora, per animali e cristiani, morire è abitudine sconsigliabile e inopportuna, visto che al cimitero dei Rotoli ci sono cento bare in attesa di una sepoltura che non c’è. Tutto esaurito nei loculi a prezzo popolare, per riposare in santa pace non resta che pagare. Eppure, uomini e quadrupedi, non rinunciano a tirare le cuoia. E i cavalli sempre più spesso. Vita difficile, per loro, coinvolti in corse clandestine che di notte trasformano rispettabili strade cittadine in piste per gare di velocità. Il pubblico si materializza e scompare come d’incanto, insieme con le scommesse in denaro. Vale tutto, dalle frustate a sangue al doping. Quando i ronzini non ce la fanno più, vengono reclutati per i giri in calesse. E se proprio non sono buoni più neanche per quello, finiscono nei macelli clandestini e poi sui banchi di vendita di chi non va tanto per il sottile. Qualcuno scappa. Pochi mesi fa, dalle parti della città universitaria, un puledro è finito contro un’auto ed è morto sul colpo. Qualche giorno dopo un ronzino è finito su una macchina nel quartiere di Tommaso Natale. Un altro cavallo è fuggito impazzito sulla ferrovia PalermoTrapani facendo piantare i freni a un treno metropolitano. E ancora, due ragazze che correvano per i viali del parco della Favorita, l’antica riserva di caccia dei Borboni, hanno trovato inorridite un animale fatto a pezzi. Ultimo episodio, prima di quello di ieri, quello che ha visto una scuola elementare, la «Nuccio», appestata dai miasmi di una carcassa fatta a pezzi e gettata in un cassonetto. La testa in un sacco, le zampe in un altro, un’immagine che i bambini difficilmente dimenticheranno. Anche perché hanno avuto tutto il tempo di imprimersela bene in mente: il Comune, con le tasche vuote, ha dovuto bandire una gara d’appalto ad hoc per trovare una ditta che lo rimuovesse: tre giorni di scartoffie e valutazioni di ribassi per risolvere un problema di decoro e di igiene pubblica. Da allora si è dotato di un servizio d’emergenza, che ieri però ci ha messo venti ore a intervenire. Cavallo rimosso, aguzzini spariti. Come sempre.