CARLO BERTINI, La Stampa 27/6/2011, 27 giugno 2011
Una “lotteria” per comprar casa - Ci aveva provato con un’interrogazione nel 2009, ma il governo aveva risposto picche, perché il gioco d’azzardo è permesso solo se regolato dallo Stato, ma ora il senatore della Svp Oskar Peterlini torna alla carica: con un disegno di legge per introdurre anche in Italia la «lotteria della casa»
Una “lotteria” per comprar casa - Ci aveva provato con un’interrogazione nel 2009, ma il governo aveva risposto picche, perché il gioco d’azzardo è permesso solo se regolato dallo Stato, ma ora il senatore della Svp Oskar Peterlini torna alla carica: con un disegno di legge per introdurre anche in Italia la «lotteria della casa». Lo scorso febbraio il governo ci ha ripensato ed ha accolto un ordine del giorno della Svp al decreto milleproroghe per introdurre la «lotteria degli immobili». Vedremo se il governo darà seguito alla raccomandazione della Svp che ha l’obiettivo di smuovere il mercato immobiliare senza obbligare le giovani coppie a dover ricorrere a mutui onerosi. L’idea venne due anni fa ad una signora austriaca che per vendere una villa di 400 mq in Carinzia, organizzò una riffa, vendendo on-line biglietti al prezzo di 99 euro, fissando l’importo in circa 500 mila euro. I biglietti andarono a ruba e la cifra raggiunta fu il doppio del valore dell’immobile. La signora procedette all’estrazione, comunicò al vincitore, che si trovava dal dentista, la lieta novella e restituì le quote eccedenti il «montepremi» raggiunto. Una trovata efficace anche per lo Stato che incassa una tassa su queste transazioni. La legge Peterlini punta a coinvolgere nella sperimentazione i privati cittadini che vogliono alienare unità immobiliari, prevedendo parametri e vincoli particolarmente rigorosi. Color che son sospesi Di questi tempi due voti in più o in meno alla Camera hanno il loro peso e tra «color che son sospesi» i due lib-dem Tanoni e Melchiorre non temono rivali in materia. Gessato chiaro, cravatta azzurra e sorriso sardonico, l’ex diniano, ex terzopolista Tanoni, passa in sala stampa a Montecitorio alle 12 di martedì scorso prima del voto di fiducia a chiamata nominale sul decreto sviluppo. La sua sodale, Daniela Melchiorre, sottosegretario allo Sviluppo per 23 giorni, non si vede in giro. Da mesi i due lib-dem pencolano e nei momenti clou latitano. «Come ci regoliamo per la fiducia? Ma da ieri siamo di nuovo all’opposizione», declama sottovoce Tanoni. Dove sono finiti i due preziosi voti libdem un’ora dopo, quando il tabellone certifica l’esito della conta, 317 a 292? Non pervenuti.