Massimo Teodori, Corriere della Sera 28/6/2011, 28 giugno 2011
Gli Stati Uniti non finiscono mai di stupirci per il rigore con cui affrontano il rapporto tra legittimità costituzionale e libertà individuale
Gli Stati Uniti non finiscono mai di stupirci per il rigore con cui affrontano il rapporto tra legittimità costituzionale e libertà individuale. La Corte suprema ha annullato ieri, dichiarandola incostituzionale, una legge dello Stato della California che vietava la vendita di videogiochi di contenuto violento. La decisione è stata presa sulla base del Primo Emendamento costituzionale che vieta al potere pubblico qualsiasi atto che limiti la libertà di parola o di stampa. Queste decisioni costituzionali, che qualcuno ritiene possano avere effetti deleteri sul costume dei minorenni, non sono una novità. Una sentenza analoga a quella ora assunta da una Corte a maggioranza moderata e conservatrice, decretò anni fa la legalizzazione della pornografia, risolvendo il caso Flint su cui fu girato nel 1996 il celebre film «The People vs. Larry Flint» . L’idea italiana di legalità, molto più elastica di quella degli americani, fa spesso dimenticare che i dieci emendamenti noti come Bill of Rights, aggiunti alla Costituzione statunitense subito dopo l’approvazione nel 1787, sono un vero e proprio monumento alle libertà individuali e all’habeas corpus a cui gli americani non rinunzieranno mai. Non a caso quelle antiche formulazioni dei diritti sono state raccolte negli ultimi due secoli da gran parte delle costituzioni occidentali. È questa fede nella libertà tutelata dalla Corte suprema che può provocare, come nel caso dei videogiochi violenti, effetti contradditori che suscitano perplessità. Non si può certo escludere che vi siano state influenze dei venditori di gadget, soprattutto in uno Stato d’avanguardia come la California con oltre quaranta milioni di abitanti. Ma siamo più propensi a ritenere che anche con una sentenza così «scandalosa» , i giudici supremi si siano attenuti al dettato costituzionale piuttosto che farsi influenzare dal giudizio personale sul contenuto del provvedimento sottoposto al loro vaglio. Che piaccia o no, questa è la forza (e qualcuno ritiene il limite) della libertà e della legalità americana. Massimo Teodori