Sergio Rizzo, Corriere della Sera 27/06/2011, 27 giugno 2011
QUEI «SUPERMERCATI» ALL’ESTERO PER NASCONDERE I SOLDI —
«Durante il Ventennio tutte le Province avevano l’obbligo, ogni estate, di combattere le mosche e le zanzare con apposite disinfestazioni. Un giorno il prefetto arriva in visita a un paesello e appena sceso dalla macchina viene letteralmente aggredito da un nugolo di insetti. Irritato, chiama il podestà e gli si rivolge con tono duro: "Ma insomma, non l’avete fatta qui la guerra alle mosche e alle zanzare?". "Eccellenza, l’abbiamo fatta", risponde contrito il podestà, "ma hanno vinto loro"» . Ecco come il giudice Piercamillo Davigo, sempre prodigo di aneddoti, spiega perché in Italia il concetto di legalità sia tanto impopolare. E non è un caso che proprio le sue parole siano quelle con le quali si chiude l’ultimo libro di Nunzia Penelope: «Soldi rubati» , pubblicato da Ponte alle Grazie. Una inchiesta sui costi «devastanti» , per la società e i contribuenti onesti, di reati che spesso vengono commessi alla luce del sole.
Semplicemente inquietante è la testimonianza, contenuta nel volume, di un anonimo operatore finanziario. Uno di quelli che si occupano di far evaporare con metodi «leciti» il contante illecitamente sottratto al fisco. Quando non direttamente frutto di attività illegali e criminali. Cinquecento, forse settecento miliardi ben protetti, scrive l’autrice, «dietro il segreto dei paradisi fiscali… Possiamo immaginare il flusso di denaro nero come un fiume carsico che scorre sotterraneo lungo la penisola» . Dice l’anonimo interlocutore di Nunzia Penelope: «La nostra bravura sta nel far sì che il fiume non riemerga mai» . In che modo? Dice ancora la fonte citata nel libro, «grazie alle banche: ti fanno tutto quello che vuoi. Tu paghi e loro eseguono. Per esempio, se hai soldi all’estero e li vuoi utilizzare qui in Italia basta un "collaterale". Cioè: chiedi un fido a una banca nazionale, che a sua volta ti chiede una garanzia. Ti metti d’accordo con un’altra banca estera, mettiamo di Hong Kong, una piazza che va molto di moda nel nostro settore, e costruisci il "collaterale": il capitale in nero che hai depositato a Hong Kong ti serve come garanzia per l’apertura di una linea di credito in Italia. A questo punto hai i soldi a disposizione, risultando oltretutto indebitato con la banca italiana» . C’è poi il metodo degli investimenti immobiliari tramite una società offshore. A proposito, chi pensa che sia difficile crearne una è decisamente fuori strada. Oggi si fa tutto con un clic. Il libro cita l’esempio della società Miralux, svizzera, con sede a Lugano. «Sembra di stare all’Ikea. Promette meraviglie: "Panama, Seychelles, Delaware, già pronte con conto corrente bancario e internet banking in Svizzera o a San Marino". Il campionario dei prodotti è molto ampio: Filiale di società anonima estera (offshore), con sede a Zurigo, conto corrente bancario svizzero, garantita, esente da oneri e incombenze amministrative. Prezzo di vendita seimila euro. Facilitazioni Offshore di ogni genere…» . Altro caso. «La Opm Corporation — scrive Nunzia Penelope — si propone come "società leader nei servizi legali offshore". Ma quali servizi offre? Di tutto un po’: "Attraverso la nostra sede legale di Panama e i nostri uffici in Sud America e Caraibi, offriamo i migliori servizi che comprendono: costituzione di società e fondazioni anonime; società di gestione di gioco d’azzardo e società di banca… Offriamo la migliore relazione qualità-prezzo, tanto che vi invitiamo, senza timore, a confrontare i nostri prezzi e servizi con quelli della concorrenza"» .
Perché anche in questo campo c’è la concorrenza. Non c’è bisogno di altre parole. Il libro contiene un’ultima amara avvertenza: «Se proprio non si vuole rischiare su internet e si è disposti a spendere qualcosa di più, la soluzione è ugualmente facile: basta rivolgersi a una qualsiasi primaria banca italiana, con sede a Lussemburgo. Con appena 10.000 euro si ottiene subito la propria società offshore, chiavi in mano e made in Italy garantita. C’è solo l’imbarazzo della scelta, oltretutto: sono ben 320 le banche italiane con sportelli aperti nei paradisi. Pronte ad aprire le braccia ai clienti in fuga dal fisco» .
Sergio Rizzo