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 2011  giugno 27 Lunedì calendario

CRONOLOGIA MESE PER MESE 1917

GENNAIO. Il piano di Cadorna
Alla conferenza interalleata di Roma, Cadorna presenta il suo nuovo piano. Vuole lanciare una grossa offensiva contro gli austriaci sul fronte della Venezia Giulia, ma ha bisogno dell’aiuto di forti unità alleate. Il primo ministro inglese Lloyd George si fa convincere, ma i generali britannici no, e nemmeno quelli francesi. Il piano non andrà avanti. A Roma c’è anche il presidente americano Wilson, che si fa spiegare dal primo ministro francese Briand quali sono i termini per la pace fissati dall’Intesa. Intanto la Germania annuncia che riprenderà la guerra sottomarina. Nel governo rientra Luigi Facta, ministro di Grazia e Giustizia al posto di Ettore Sacchi. Nell’impero ottomano inizia la rivolta araba sotto la guida dell’emiro Feysal appoggiato da Thomas Edward Lawrence.

FEBBRAIO. I soldi per la guerra
Servono ancora soldi per combattere. Con il quarto prestito nazionale dall’inizio del conflitto l’Italia raccoglie 3.800 milioni di lire. In realtà, con la lira che continua a svalutarsi, sottoscrivere le cartelle non è un gran affare. Alla Scala di Milano lo spettacolo in favore dei dei mutilati del viso ha raccolto un incredibile entusiasmo. Al momento dell’apoteosi finale dello spettacolo, che si conclude col canto della Marsigliese, attrici e attori sono comparsi sulla scena con le bandiere e le divise delle nazioni dell’Intesa che si battono contro gli imperi centrali. A Roma alla conferenza nazionale del Partito socialista italiano si è confermata la divisione politica dei socialisti: i riformisti sono a favore della partecipazione alla guerra, gli intransigenti (o massimalisti) sono contrari.
Gli Stati Uniti si sono fatti convincere dagli alleati: hanno deciso di rompere i rapporti con la Germania e hanno invitato i Paesi neutrali a fare altrettanto. Definiscono la loro condizione una "neutralità armata". In Austria l’arciduca Federico viene esonerato dalle funzioni di comandante supremo.

MARZO. I treni armati
La costa adriatica è uno dei punti deboli della difesa italiana. Lunga centinaia di chilometri, offre ai nemici la possibilità di attaccare sia dal cielo che dal mare. Per proteggersi dalle continue incursioni l’esercito allestisce allora un sistema di "treni armati" carichi di mezzi di artiglieria che percorrono incessantemente la linea ferroviaria tra Rimini, Pesaro e Ancona. Su un vagone di testa una sentinella, issata su una lunga scala, tiene d’occhio la situazione. Il governo istituisce l’Opera nazionale per la protezione e l’assistenza degli invalidi di guerra. Si dice che tra i nostri soldati si verifichino un po’ troppi episodi di insubordinazione e ammutinamento. Particolarmente gravi quelli delle brigate Ravenna.
L’Austria sta cedendo. Propone alla Francia la firma di una pace separata, impegnandosi a sostenere le rivendicazioni francesi sull’Alsazia e sulla Lorena e accettando la ricostituzione della Serbia e del Belgio come Stati autonomi e indipendente. Intanto gli austriaci hanno deciso un altro cambio nell’esercito: il maresciallo Conrad viene esonerato dalle funzioni di capo di Stato maggiore dell’esercito austro-ungarico per lasciare il posto il generale von Arz. Il presidente degli Stati Uniti, Wilson, autorizza l’armamento delle navi mercantili. I britannici occupano Baghdad. La Russia è nel caos. Dalla protesta di un gruppo di donne in sciopero a Pietrogrado è nata un’insurrezione generale contro il governo. Le truppe dell’esercito si schierano con i manifestanti. Lo zar Nicola II abdica, suo fratello Michele rifiuta il trono. Viene costituito un governo provvisorio guidato dal principe L’vov. Come prima misura è stato ordinato l’arresto della famiglia imperiale.

APRILE. Arrivano gli americani
Dopo un via libera del Congresso, il presidente americano Wilson dichiara ufficialmente guerra alla Germania. Grande entusiasmo tra gli alleati, anche se gli Stati Uniti non saranno in grado di intervenire in Europa ancora per un po’ di mesi. Per ora danno una mano: hanno fornito agli inglesi armi e munizioni per un valore di 2 miliardi e mezzo di dollari. I britannici stanno attaccando sull’Artois per sfruttare il ripiegamento tedesco sulla linea Hindenburg. Nel frattempo le truppe francesi iniziano l’offensiva sull’Aisne, guidati dal generale Henry Pétain, nuovo capo di Stato maggiore dell’esercito. I francesi stanno però anche pensando se accettare la pace separata con l’Austria. Per discuterne si sono incontrati a San Giovanni di Moriana, vicino ai nostri confini, i capi di governo Ribot per la Francia, Lloyd George per la Gran Bretagna e Boselli per l’Italia. Il nostro primo ministro era accompagnato dal ministro degli Esteri Sonnino. I due si sono detti assolutamente contrari. Al vertice si è deciso che in caso di vittoria sull’Impero ottomano le aree di Korne e Smirne saranno dell’Italia. Intanto i tedeschi questo mese affondano navi mercantili per 875 mila tonnellate.
Un terremoto colpisce l’alta Val Tiberina. Distrutti completamente Monterchi e Petretole, nell’aretino. Una cinquantina di morti. Grande successo all’Opéra di Montecarlo per la prima de La rondine di Giacomo Puccini, su libretto di Alfred Maria Willner, Heinrich Reichert e Giuseppe Adami. Al teatro Costanzi di Roma in scena la Lodoletta di Pietro Mascagni, su libretto di Giovacchino Forzano. Belloni vince la Milano-Sanremo.
MAGGIO. All’attacco verso Trieste
Inizia la decima battaglia dell’Isonzo. Le truppe della Terza Armata e del Comando Zona Carnia puntano a espugnare il sistema difensivo ad est di Gorizia per liberare la via verso Trieste. L’offensiva si conclude con la conquista del Kuk e del Vodice. Niente da fare invece per l’Hermada e Castagnevizza. Episodi di ammutinamento nell’esercito francese dopo il fallimento dell’offensiva nell’Aisne e nello Champagne. A Milano la gente manifesta contro l’aumento delo costo della vita e le difficoltà negli approvvigionamenti alimentari. Chiedono anche di fermare la guerra. E sempre nel capoluogo lombardo si riuniscono le direzioni del Partito socialista, della Confederazione generale del lavoro e del gruppo parlamentare socialista: invitano i lavoratori a non intraprendere lotte «isolate e frammentarie».

GIUGNO. Nasce l’Albania italiana
Nel castello di Argirocastro il generale italiano Giacinto Ferrero proclama l’indipendenza dell’Albania sotto la protezione dell’Italia. Il generale annuncia anche una grande opera di rigenerazione politica e civile del Paese: farà costruire porti, strade, ospedali, ponti e scuole. Sul fronte dell’Isonzo gli austriaci recuperano posizioni. Gli italiani a metà giugno riescono a conquistare il monte Ortigara, nel vicentino, che domina tutto l’altopiano di Asiago. A fine mese, però, gli austriaci contrattaccano e riconquistano le loro posizioni. La brigata Catanzaro ha ammutinata. La repressione è durissima. Il sottosegretariato per le Armi e le munizioni d’ora in avanti sarà un ministero, retto da Dallolio.
Abdica il re di Grecia, Costantino I. Prende il suo posto il figlio Alessandro I. Incursione aerea tedesca su Londra. In Russia si tiene il primo congresso generale dei soviet. Si dimette il governo greco, presieduto da Zaimis. Al suo posto il governo Venizelos, che come prima mossa rompe le relazioni diplomatiche con gli Imperi centrali e i loro alleati. Arriva in Francia il primo contingente statunitense. L’Austria insiste con la sua proposta di pace separata agli Alleati. È pronta anche a riconoscere il Trentino all’Italia. Ma non basta: la proposta è respinta.
Doppio debutto per Luigi Pirandello. Al teatro Olimpia di Milano va in scena Così è (se vi pare), al teatro Nazionale di Roma invece si è visto l’atto unico de La Giara.
LUGLIO. Germania alle corde
Gli inglesi lanciano una nuova offensiva sulle Fiandre. Avanzano in direzione di Ypres e Roulers. A giudicare dai primi prigionieri tedeschi sembra che la Germania sia alle corde: sono quasi tutti ragazzini giovanissimi. Il cancelliere tedesco Von Bethmann-Holweg si dimette. Inizia l’offensiva russa in Galizia e in Bucovina. Ma la Russia è ancora un Paese nel caos. Si dimette il principe L’vov e Kerenskij assume la presidenza del governo provvisorio. A Pietrogrado inizia una nuova offensiva bolscevica, e il nuovo governo la reprime nel sangue. Insurrezione bolscevica a Pietrogrado. La rivolta viene repressa. Inizia l’offensiva austro-tedesca contro la Russia. A Corfù il presidente del consiglio serbo in esilio, Nikola Pasic, e il presidente del comitato iugoslavo di Londra, Ante Trumbic, firmano l’atto costitutivo del futuro regno dei serbi-croati-dalmati-sloveni. Conferenza interalleata a Parigi. Tentativo, fallito, di restaurazione in Cina.

AGOSTO. «Fermate l’inutile strage»
Con la "Nota ai capi dei popoli belligeranti", Papa Benedetto XV invita tutti a fermare "l’inutile strage" e ad avviare le trattative di pace. Ma l’appello cade nel vuoto. L’Italia avvia l’undicesima offensiva sull’Isonzo, per la conquista di Bainsizza e del Monte Santo. La Cina e la Grecia dichiarano guerra ad Austria e Germania. Nuove proteste contro il caro-vita e la mancanza di pane e di generi alimentari. A Torino scoppiano spontanei dei violenti tumulti popolari. Interviene l’esercito. Muoiono 50 persone, i feriti sono 200, gli arrestati un migliaio. Pochi giorni prima era arrivata in visita a Torino una delegazione dei Soviet. Deraglia un treno ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria: 40 morti e 60 feriti. Una nuova legge rende obbligatoria l’assicurazione contro gli infortuni per i lavoratori agricoli. Nuove aperture di teatri al fronte per intrattenere i soldati.

SETTEMBRE. Conquistata Bainsizza
Finisce l’undicesima battaglia dell’Isonzo: abbiamo conquistato l’altopiano di Bainsizza. In patria, per evitare nuove insurrezioni il governo proclama zona di guerra la città di Torino. Adesso l’esercito potrà intervenire in ogni momento. Approvato il decreto legge che obbliga lo Stato a fornire libri di cultura popolare per tutti gli studenti delle classi seste. A Milano industriali e politici interventisti si ritrovano per definire la strategia. Cadorna, venuto a conoscenza di ingenti concentramenti di truppe austriache e tedesche sul fronte del Carso, dà ordine ai suoi comandanti di prepararsi per la «difesa ad oltranza».
Le truppe tedesche entrano a Riga. In Cina Sun Yat-sen prende il comando del governo rivoluzionario di Canton. Congiura del generale russo Kornilov contro il governo Kerenskij. In Russia viene proclamata la repubblica. Nei settori di Ypres e Verdun avanzano le truppe franco-inglesi. Impiegano nella loro offensiva 360 carri armati, tenuti nascosti fino all’ultimo momento nei boschi della regione Havrincourt.

OTTOBRE. Caporetto
Innervosito per la diffusione degli atteggiamenti disfattisti, il governo emana un provvedimento che prevede l’arresto di chiunque contribuisca a «deprimere lo spirito pubblico». In galera molti socialisti. Il 24, alle due del mattino, inizia l’offensiva austro-tedesca sul Carso. Si temeva che i nostri avversari stessero preparando un attacco massiccio. Ma questi timori non sono bastati a preparare una giusta risposta. Gli austro-tedeschi ci muovono contro 168 battaglioni. Alle tre del pomeriggio Caporetto, obiettivo che i tedeschi pensavano di potere raggiungere in qualche settimana, è occupata. Gli italiani battono in ritirata sul fiume Tagliamento. La ritirata è durissima. Cannoni e truppe si muovono faticosamente nel fango, molti si arrendono al primo tedesco che incontrano. La disfatta è clamorosa. In un comunicato ufficiale trasmesso dalla stazione radio del comando supremo, Cadorna attribuisce la responsabilità della disfatta «alla mancata resistenza di reparti vilmente ritiratisi senza combattere o ignominiosamente arresisi al nemico». Udine, sede del comando supremo, viene abbandonata e occupata dagli austro-tedeschi. Gli alti comandi italiani sono trasferiti a Padova. I morti italiani sono 10 mila, 30 mila i feriti, 265 mila i prigionieri. Gli uomini in ritirata sono 350 mila. Il primo ministro Boselli non regge l’urto e si dimette. Si forma un nuovo governo Orlando. Gli inglesi avanzano nelle Fiandre. In Russia il comitato centrale dei bolscevichi delibera l’insurrezione generale.

NOVEMBRE. Cadorna se ne va
A inizio novembre viene sfondata dall’avanzata degli austro-tedeschi anche la linea difensiva allestita sul Tagliamento. Cadorna ordina la ritirata dietro la linea del Piave. Il 5 novembre, su pressione degli alleati, il consiglio dei ministri si pronuncia a favore della sostituzione di Cadorna. Al suo posto il generale Armando Diaz. Lo affiancano l’ex ministro della Guerra Gaetano Giardino e il generale Pietro Badoglio. La ritirata dell’esercito italiano si ferma sulla linea del Piave-Monte Grappa-Altopiano di Asiago, dove si combatte duramente per arrestare la marcia degli austro-tedeschi. Per rinforzare i vuoti creatisi nei reparti dopo Caporetto il governo richiama la leva del 1899 e gli alleati mandano rinforzi.
Alla conferenza interalleata di Rapallo viene decisa la costituzione di un consiglio militare permanente. In Russia esplode la rivoluzione. Lenin e il gruppo dei bolscevichi prendono il potere. Tra i primi provvedimenti del nuovo governo dei soviet, l’apertura di negoziati di pace con la Germania. Tentativo controrivoluzionario di Kerenskij, che viene arrestato. Il ministro degli Esteri inglese, Arthur Balfour, scrive a Lord Rotschild, principale rappresentante della comunità ebraica inglese, per annunciargli l’appoggio di Londra per la creazione di un focolare ebraico in Palestina.

DICEMBRE. Fiducia a Orlando
La Camera vota la fiducia al governo Orlando con 345 favorevoli e 50 contrari: fanno parte della maggioranza i giolittiani e i rappresentanti di tutti i gruppi interventisti. Si costituisce il Fascio parlamentare per la difesa nazionale, del quale fanno parte 158 deputati e 92 senatori uniti nell’intento di impedire al governo una politica neutralista. Istituita l’Opera nazionale combattenti (Onc), a cui viene affidato il compito di provvedere all’assistenza economica e morale del personale militare impegnato al fronte. Impresa di eroismo di Luigi Rizzo, che al comando di una squadra di motosiluranti, entra nel porto di Trieste e affonda la corazzata austriaca Wien. A Versailles va in scena la prima seduta del consiglio di guerra interalleato. Il fronte della guerra sta cambiando. La Russia si è ritirata dal conflitto facendo pace con la Germania. Gli Stati Uniti invece dichiarano guerra all’Austria.