Elio Trifari, La Gazzetta dello Sport 12/5/2011, 12 maggio 2011
IL RISORGIMENTO DELLO SPORT. 12 PUNTATA
Balilla e «piccole italiane»: lo sport di Stato fascista -
Nello spazio di pochissimi anni dalla presa del potere, Mussolini entra nel tempo libero degli italiani, organizzando prima il dopolavoro, poi lo sport giovanile, e pone le basi per la fascistizzazione del movimento sportivo. L’Italia che esce in ginocchio dalla Grande Guerra ha visto bruscamente interrotto il processo, che s’era faticosamente avviato, di adeguamento del Paese alla domanda di sport già da tempo in crescita nei Paesi industrializzati. Molti fermenti, molte conquiste vengono rasi al suolo per via di un conflitto dal bilancio, economico e sociale, assai pesante. E quando si pensa alla ripresa, lo sport non è di certo in cima ai pensieri di chi deve ricostruire un Paese uscito vittorioso soltanto sulla carta, ma stremato. Le radici La ricostruzione dello sport passa attraverso due direttrici: l’associazionismo cattolico, potente motore d’aggregazione di giovani e famiglie, che il fascismo progressivamente smantellerà; e le società sportive operaie, che nascono attorno ai grandi gruppi industriali, a Torino e Milano, Fiat e Lancia, Pirelli e Marelli. La Gazzetta plaude, ma lo fa con tale entusiasmo che, nell’anno della marcia su Roma, viene coinvolta negli assalti a molti giornali dei Fasci combattenti, e sul tema deve fare una precipitosa marcia indietro. Balilla e Piccole Italiane Il fascismo, conquistato il Parlamento, favorisce intanto una riforma della scuola che di fatto, con Gentile, nel 1923, affida la responsabilità dell’educazione fisica scolastica all’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica, e toglie lo status di insegnanti statali a quelli di ginnastica. Ben presto, l’Enef esce di scena e Mussolini, nell’affidare al Coni lo sport di vertice, crea due organizzazioni fondamentali per la gestione del tempo libero. La prima è l’Opera Nazionale Dopolavoro, Ond, che in alternativa prima, in esclusiva poi, rispetto all’associazionismo operaio e cattolico, disciplina tutte le attività extralavorative degli italiani. L’Ond gestisce tutto il tempo libero dei lavoratori, fin dal 1925; accanto, nasce nel 1926 l’Opera Nazionale Balilla, Onb, che non solo coordina tutta l’attività fisica giovanile, ma ingloba anche lo scoutismo e la preparazione militare: tutti i ragazzi fra i 6 e i 14 anni sono «balilla» ; oppure, se donne, «piccole italiane» . Il loro simbolo, subito, divengono le ragazzine di Pavia argento ai Giochi del 1928; e dall’altro lato le «madri d’Italia» formate all’Accademia di Orvieto. Per l’educazione dei più grandi, tra i 14 e i 18 anni, si lavora con il Coni; e nel 1929 il presidente dell’Onb diviene anche sottosegretario all’educazione fisica scolastica. Il cerchio si è chiuso.