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 2011  maggio 14 Sabato calendario

SCANDALO A LONDRA, I GIURATI CHIEDONO LUMI SU FACEBOOK

Se vi spaventano i processi in tv e sui giornali, sappiate che il peggio deve ancora arrivare. Anzi, forse è già arrivato in Gran Bretagna, dove le aule di tribunale si allargano a dismisura straripando nei social network.
La magistratura ha scoperto che decine di giurati popolari, lacerati dai dubbi o malati di esibizionismo, discutono su Facebook i verdetti che sono chiamati a emettere. A processo aperto, spesso ancora prima di esaminare nel dibattimento tutte le prove, questi smanettoni popolari cercano consigli sulla Rete, nelle pagine di Facebook visibili a tutti.
Per la giustizia britannica è un’onta senza precedenti, roba da far scuotere la parrucche ai magistrati più tradizionalisti del mondo, un’onta da lavare con l’acido. In un caso i giurati sono arrivati persino a indire un sondaggio tra gli utenti: colpevole o innocente? Chiede un giurato chiacchierone di Edimburgo. La Rete si divide e arriva a una sentenza a maggioranza: «Condannate quell’uomo».
In altri casi si arriva persino alle confessioni pubblicate in un post: «Non devo aspettare le prove, quella donna è colpevole». L’inchiesta pubblicata con molti dettagli dal Times sconvolge l’isola e porta con sé pesanti conseguenze, per esempio l’annullamento delle sentenze emesse dagli incauti giurati. I responsabili della giustizia di Sua Maestà fanno la voce grossa mal celando l’imbarazzo: «Chi ha commesso questi reati finirà in galera», minaccia Lord Judge, ma il danno ormai è fatto e molti condannati sono pronti a ricorrere in appello. Con parecchie probabilità di vedere ridotta o annullata la sanzione o la pena.
Non giova all’immagine neanche l’altra notizia arrivata ieri: un imputato in un processo per traffico di droga e un giurato si sarebbero accordati su un social network. Come se ne esce? «Chiudete questi signori in un conclave» scherza davanti a un tribunale un vecchio avvocato. Ma la connessione non arriva anche lì?