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 2011  maggio 28 Sabato calendario

IL CANTORE DELL’AGRO ROMANO

Barba a pizzetto, aria sorniona, cappello a larga tesa, palandrana verde, la cassetta dei colori a tracolla: nel ritratto che gli fece ai primi del Novecento la seconda moglie - la nobile irlandese Selina Haverty - Onorato Carlandi appare come un romantico pittore inglese. «Una di quelle rare anime d’ artisti, piene d’ ansiosa purezza, che sbocciano di rado e non dovrebbero morire mai», lo definì il critico Francesco Sapori, che lo intervistò nel 1939, ormai ultraottantenne. Nato a Roma nel 1848, volontario a diciott’ anni tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, allievo presso l’ Accademia di San Luca e poi a Napoli di Domenico Morelli, esordisce come pittore di storia, dipingendo opere legate a episodi del Risorgimento come «La barca dei fratelli Cairoli» e «Ritorno da Mentana». Ma a metà degli anni Settanta, rientrato a Roma da Napoli, è attratto dal paesaggio inteso come visione lirica della natura, e nel 1880 parte per Londra, con l’ obiettivo di studiare i grandi acquerellisti. Lo interessano soprattutto la tecnica a macchie di Constable, i vortici di luce di Turner, la maestria di Peter de Wint nell’ unire il tratto minuto per i particolari in primo piano all’ ampia pennellata per rendere la vastità dell’ orizzonte. «Solamente dopo la mia permanenza a Londra, patria del paesaggio moderno, i miei occhi si aprirono alla luce», ricorderà in seguito. Tornato definitivamente a Roma intorno al 1910, si dedica alle vedute della città e dell’ Agro Pontino e resterà famoso come uno dei principali «cantori» della campagna romana. Meno noti gli acquerelli della Gran Bretagna, che dopo la morte dell’ artista (1939) la moglie donò alla città di Roma e che oggi sono conservati nella Galleria comunale d’ arte moderna. Un fondo di 170 opere, alcune mai viste, dato che la galleria è chiusa da decenni. Ora Maria Elisa Tittoni, direttrice di palazzo Braschi, ne ha selezionate una cinquantina per esporle nella mostra «Poesia della natura. Acquerelli di Onorato Carlandi», che ha curato insieme a Maria Catalano e Cinzia Virno (Museo di Roma Palazzo Braschi fino al 3 luglio). Allestita al piano terra del museo, l’ esposizione presenta da una parte le opere realizzate in Inghilterra, Irlanda e Scozia, con soggetti che illustrano paesaggi rurali, giardini, architetture gotiche, castelli e semplici abitazioni contadine; dall’ altra le carte dipinte a Roma, che comprendono il panorama dell’ agro intorno alla Capitale e gli scorci monumentali della città stessa. Questi ultimi ricalcano spesso le vedute realizzate da Roesler Franz, con il quale peraltro Carlandi aveva fondato nel 1875 l’ Associazione degli acquerellisti.
Lauretta Colonnelli