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 2011  maggio 26 Giovedì calendario

DISEGNARE CON LA LUCE

«La lunga frequentazione con l’ artista Mario B., che è anche incisore, mi ha permesso di capire e di svelare molti aspetti di un mondo particolare, antico e contemporaneo, tanto simile alla mia camera oscura dove, emergendo dal processo fotografico che le rendeva visibili allo sguardo, nascevano quelle immagini che davano forma ai miei pensieri. Il foglio che passa nel torchio con quella stessa lentezza, rivelando le tracce e i disegni impressi nella lastra, mi ha ricordato il rituale della camera oscura e l’ atelier di Niépce, dove è nata la prima veduta eliografica, disegnata dalla luce della finestra su una piccola lastra di metallo». In queste parole di Mario Cresci, artista e fotografo, c’ è il condensato di un lavoro di sperimentazione che dura da quasi mezzo secolo. E la rivelazione delle sue opere più recenti, realizzate per la mostra aperta fino al 5 giugno nelle sale dell’ Istituto nazionale per la grafica a Palazzo Poli (via Poli 54). Nata da un’ idea di Luigi Ficacci in collaborazione con l’ artista, l’ esposizione costituisce la seconda tappa di un progetto articolato tra Bologna, Roma e Matera. Ogni singola mostra presenta, accanto a una parte retrospettiva comune, un nucleo di lavori creati da Cresci appositamente per la sede di turno. A Roma ha scelto come oggetto di indagine proprio la Calcografia, con la sua storia di matrici che lo hanno sollecitato a confrontarsi con l’ antico e segreto interesse per l’ incisione, perseguito nel corso della lunga carriera attraverso il disegno, la grafica, i segni della scrittura, il rapporto con il bianco e nero. Nella rassegna a Palazzo Poli si incontrano i vari momenti di questo percorso: dalla ricerca sulla percezione visiva affrontata negli anni Sessanta, ai lavori di tipo etnico e antropologico sulla figura umana realizzati negli anni Settanta nel Meridione, soprattutto in Lucania, che lo rendono noto a livello internazionale (nel 1974 alcune foto di Cresci vengono acquistate dal Moma di New York). Si passa dai frottages a matita realizzati mescolandosi ai turisti della Fontana di Trevi e rilevando le incisioni di nomi, date e disegni lasciati da questi sul marmo come ricordo del proprio passaggio, agli «Interni mossi» dove i volti delle persone scompaiono lasciando sulla stampa fotografica solo la gestualità espressiva, i movimenti repentini della testa e delle mani che danno la misura dell’ intensità della discussione. Un filo comune scorre tra le immagini: l’ indagine sulla luce e la passione per il disegno. Cresci ha provato per tutta la vita a disegnare con la luce.
Lauretta Colonnelli