Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 2/6/2011, 2 giugno 2011
IL FATTO DI IERI - 2 GIUGNO 1924
IL FATTO DI IERI - 2 GIUGNO 1924 - “Mi occorre un uomo nuovo, capace, inflessibile, esperto di cose siciliane, senza essere siciliano”. Così Mussolini, reduce da un viaggio in Sicilia e allarmato per la crescente egemonia della mafia, contropotere intollerabile per il regime, si mise alla ricerca di uno sceriffo antimafia di ferro. Uno come Cesare Mori, irriducibile a compromessi, incorruttibile perché “ignorante di politica”, come aveva insinuato il capo della polizia Arturo Bocchino. Perfetto per la lotta ai santuari dell’onorata società dell’isola e rapidamente spedito con poteri speciali a Trapani il 2 giugno 1924. Sul ruolo di Mori, già nel ’25 “prefettissimo” a Palermo, sulla durezza dei blitz militari contro la mafia feudale, i briganti e i mammasantissima, c’è dibattito ancor oggi. Di certo l’uomo, rastrellando interi paesi, affamando gli abitanti per stanare i latitanti, arrestando e deportando nuclei familiari, combattendo contro l’omertà fino al limite della tortura, la vita ai mafiosi riuscì a complicarla. Tra il plauso del regime finché non punterà più in alto, svelando collusioni tra mafiosi e papaveri fascisti. Scaricato con una nomina a senatore, per il “prefetto di ferro” il benservito arriverà nel ’29. Firmato Mussolini.