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 2011  maggio 28 Sabato calendario

Krokaa Randi

• 1944 (~), Pisa 25 agosto 2007. Per oltre 30 anni (fino alla morte) compagna di Adriano Sofri: «[...] lo aveva conosciuto a Roma nella sede del quotidiano Lotta continua. Lei, modella norvegese, era arrivata da poco in Italia. Colta, riservata, amante del mare, aveva seguito il suo compagno ovunque e non si era arresa neppure quando Sofri era stato condannato a 22 anni di carcere per l’omicidio del commissario Calabresi del quale si è sempre dichiarato innocente. “Anche lei per 19 anni ha vissuto il dramma di Adriano — ricorda Davide Guadagni, amico di famiglia — ne è stata travolta e la sua vita è stata avvelenata”. Lo stesso Sofri aveva detto: “Paga molto, ma molto più di me il peso di questa persecuzione giudiziaria”. Come ricorda Mario Lancisi nel libro Il miscredente. Sofri e la fede di un ateo, Randi scriveva lunghe lettere al compagno. E a volte Adriano le rispondeva dal carcere attraverso la rubrica delle lettere del Foglio. “Cara Randi, ti capisco, ma devi tener conto della relatività del tempo, la banale relatività del tempo...”. E ancora: “E vuoi stare in pensiero per i miei tempi di qui? Adesso è mezzogiorno, guardo la faccia storta del Papa che legge il messaggio domenicale. Adesso ha detto che Gesù era davvero vero Dio e vero Uomo: già essere vero uomo sarebbe bastato. Non ci crederai, ma è già giovedì sera”. Nell’estate del 2006 quando Randi si ammala, la rubrica “Piccola posta” di Adriano diventa più affettuosa. Randi è “la giardiniera che amo”, che l’ha lasciato solo con il cane Felix a Tavarnuzze mentre lei è in cura a New York» (Marco Gasperetti, “Corriere della Sera” 26/8/2007) • «[...] Era un’abile tessitrice al telaio tradizionale ma aveva anche saputo affrontare il mercato avviando un’attività di import export nella moda. La sua grande passione erano le ortensie e il mare. Nella sua casa di Tavarnuzze, a due passi da Firenze, aveva il più bel giardino di ortensie giapponesi in Italia. Neanche nell’ultimo anno di malattia aveva rinunciato a piantare e trapiantare e prestava volentieri il suo sapere di giardinaggio agli amici che ne conservano progetti e giardini. Sempre schierata dalla parte delle donne era diretta e sincera. La sua compagna inseparabile è stata Mihaela che ha vissuto con lei come una figlia fino all’ultimo giorno» (Ilaria Ciuti, “la Repubblica” 26/8/2007).