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 2011  maggio 27 Venerdì calendario

CENTRALE PORTO TOLLE, INDAGATI I VERTICI ENEL - MILANO

Una centrale a carbone "pulita". Ruota intorno alla complicata vicenda della riconversione dell´impianto Enel di Porto Tolle, la nuova inchiesta avviata dalla procura di Rovigo. Ieri si è appreso che nel registro degli indagati sono finiti l´amministratore delegato del colosso elettrico, Fulvio Conti e di Enel Produzione, Leonardo Arrighi. L´inchiesta condotta dal procuratore Dario Curtarello e dalla pm Manuela Fasolato riguarda le procedure e i documenti che hanno permesso alle commissioni Via (Valutazione di impatto ambientale) di avallare il progetto di riconversione a carbone della vecchia centrale, finora funzionante con olio combustibile. Sull´impianto, proprio per i danni alla salute dei cittadini procurati dalla precedente attività, è già stato aperto un fascicolo dagli stessi pm, che vede coinvolti sempre i vertici Enel. Per il nuovo filone, invece, le ipotesi di accusa sono di abuso d´ufficio a carico di dieci pubblici ufficiali, in concorso con gli amministratori delegati di Enel.
L´intervento della magistratura è di estrema importanza perché si inserisce in un braccio di ferro tra le associazioni ambientaliste, l´Enel e chi ha dato i pareri favorevoli alla riconversione. Il 10 maggio scorso, infatti, il Consiglio di Stato (sesta sezione, presidente De Nictolis) ha bloccato la trasformazione a carbone della centrale, annullando il decreto del 29 luglio 2009 del ministero dell´Ambiente, che dava parere positivo alla Via (Valutazione d´impatto ambientale) del progetto di riconversione. Il ricorso, presentato da associazioni ambientaliste, tra cui il Wwf, Greenpeace e Italia Nostra, operatori turistici e cittadini organizzati in gruppi, era stato presentato prima al Tar, che però a giugno dell´anno scorso lo aveva respinto, quindi al Consiglio di Stato, che invece il 10 maggio lo ha accolto.
Gli stessi pm Curtarello e Fasolato, proprio per l´inchiesta sul progetto di riconversione a carbone, sono al centro di un´indagine disciplinare avviata nei loro confronti dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, che a dicembre aveva inviato gli ispettori ministeriali negli uffici della Procura rodigina. I due magistrati sono stati tuttavia riconfermati nell´incarico dal Procuratore generale.
Sulla questione ieri è intervenuto lo stesso Conti. «Continuiamo a lavorare. Stiamo analizzando la situazione per poter tornare a presentare un progetto», ha detto l´ad di Enel a margine dell´assemblea di Confindustria, ritenendo che «ci siano le possibilità di realizzare un nuovo progetto nel pieno rispetto delle regole». Sulla vicenda penale, è intervenuta la società: «È difficile commentare allo stato degli atti le ipotesi d´accusa avanzate dalla Procura di Rovigo. Enel ritiene di aver sempre agito con correttezza e nel rispetto delle leggi e delle norme ed è convinta di poterlo ampiamente dimostrare». Pesante invece la critica del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia rivolta al Consiglio di Stato, il cui intervento è stato definito «un vero scandalo». «Dopo che centinaia di aziende si erano qualificate per lavori da 2,5 miliardi - dice la leader degli industriali - si dice no a una centrale che serve all´intero nord-est del Paese e si sbatte la porta in faccia a migliaia di posti di lavoro».