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 2011  giugno 27 Lunedì calendario

ITALIA «MAGLIA NERA» NEGLI AIUTI ALLO SVILUPPO

Tante promesse. Quasi nessuna mantenuta. Se i Paesi del G-8 hanno finora stanziato per i Paesi africani solo 11 miliardi di dollari dei 25 annunciati, l’Italia veste sempre di più la "maglia nera" nel G-8 e tra i Paesi Ocse perché avrebbe destinato nel 2010 all’aiuto pubblico allo sviluppo solo il 0,15% del suo Pil a fronte di un obiettivo previsto dello 0,51 per cento. Secondo il rapporto annuale sull’aiuto allo sviluppo del Consiglio Ue reso noto il 23 maggio scorso, il Governo italiano si era impegnato a stanziare per il Terzo mondo oltre 7 miliardi e 700 milioni di euro nel 2010 ma ne ha effettivamente erogati oltre 2 miliardi e 300 milioni con uno sbilancio di quasi 5 miliardi e mezzo di euro. Ma quel che è peggio la mancata "generosità" italiana ha pregiudicato per il 37% la performance complessiva dell’Ue che per colpa dell’Italia ha mancato l’obiettivo del Millennio dello 0,56% del Pil all’aiuto allo sviluppo attestandosi sullo 0,43 per cento.

Ancora più grave la situazione relativa al Fondo globale per Aids, Tubercolosi e Malaria lanciato proprio dall’Italia nel G-8 di Genova. Nel 2009 all’Aquila il premier Silvio Berlusconi promise che avrebbe sanato le morosità pregresse ma attualmente l’Italia deve ancora versare circa 130 milioni di dollari l’anno al Fondo per le annualità 2009 e 2010, in tutto 260 milioni. «Una situazione - spiega il vicesegretario generale di ActionAid Italia, Luca De Fraia - che ha portato a una penalizzazione dal gennaio scorso dell’Italia all’interno del board del Fondo; abbiamo infatti perso il seggio unico che d’ora in avanti dovremo dividere con la Spagna mentre la Francia per la sua regolarità ha ottenuto un seggio unico».

Unica nota positiva l’impegno italiano nell’Aquila Food Security Initiative, il fondo per la sicurezza alimentare lanciato all’Aquila. Secondo fonti del Governo il nostro Paese ha speso finora l’81,57% dei 428 milioni di euro del nostro contributo al fondo la cui dotazione complessiva è di 22 miliardi di dollari. Tuttavia, spiega sempre De Fraia, dei 428 milioni di euro solo 180 rappresentano risorse aggiuntive. «Ciò significa - precisa il vicesegretario di ActionAid - che pur rispettando gli impegni il nostro Paese ha ridotto del 56% il proprio supporto all’agricoltura prevedendo una spesa di soli 100 milioni all’anno per il 2010 e 2011». ActionAid sostiene invece l’azione del Governo italiano contro la speculazione sulle materie prime e i prodotti agricoli, tema che sarà al centro del prossimo G-20 che si terrà a Cannes in novembre.

È un fatto che fare aiuto allo sviluppo in Italia sta diventando sempre più difficile. Il direttore della Cooperazione del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, tiene però a sottolineare che «se è vero che sulla quantità le statistiche condannano l’Italia ci viene riconosciuto a livello internazionale il nostro impegno per qualità, trasparenza ed efficacia; stiamo facendo progressi anche per il coinvolgimento dei privati nella cooperazione che trova però il suo limite nel dettato della legge dell’87».

Ma le risorse sono troppo limitate, replicano le Ong raggruppate nel Cini. «È vero che per qualità e trasparenza molto si è fatto - dice Egizia Petroccione, portavoce di Cini - ma è un esercizio teorico con risorse ridtte all’osso». Il problema è di ruolo internazionale e di credibilità che l’Italia intende svolgere, aggiunge il coordinatore delle Ong italiane, Francesco Petrelli. «L’intero ammontare della cooperazione italiana bilaterale supera di poco i 150 milioni di euro, troppo poco per un Paese che dovrebbe avere ben altre ambizioni».