Edoardo Sassi, Corriere della Sera 27/05/2011, 27 maggio 2011
IL MOTORE DEL DESIGN
Una lampada da tavolo, una macchina da cucire, un vaso in vetro, una sedia scolastica, un microscopio, una lavabiancheria, una tv, automobili, scarponi da sci, apparecchiature elettroniche, segnaletica stradale o da aeroporto... Centinaia e centinaia di oggetti, che parlano di eccellenza delle forme, di novità dell’invenzione, di genio progettuale, ma che soprattutto sono in grado di raccontare ed evocare la storia della Nazione negli ultimi sessant’anni e fino a oggi: com’eravamo, cosa siamo stati, cosa siamo diventati, come si sono trasformate le nostre case, il tempo libero, i gusti, a partire dalla stagione che nel secondo dopoguerra coincise grossomodo con gli anni del cosiddetto «miracolo economico» — motorizzazione di massa, emigrazione interna, viaggi su strade e autostrade nuove di zecca— per giungere alle recentissime realizzazioni che concorreranno all’attribuzione (il prossimo luglio) del XXII Premio Compasso d’Oro Adi (Associazione per il disegno industriale). Questo lo spirito con cui si apre a Roma, martedì 31 maggio, la mostra «Unicità d’Italia. Made in Italy e Identità nazionale» , promossa dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito delle celebrazioni per il 150 ° dell’Unità e ideata e prodotta dalla Fondazione Valore Italia. Sottotitolo scelto per la rassegna, «1961-2011, Cinquant’anni di saper fare italiano attraverso il Premio Compasso d’Oro Adi» . Due le sedi, il Palazzo delle Esposizioni e il Padiglione della Pelanda Museo Macro, ex edificio industriale di fine Ottocento riconvertito in sede espositiva: «Nella prima sede— spiega il curatore della mostra Enrico Morteo — viene illustrata, attraverso sei percorsi tematici, l’evoluzione del design italiano nell’ultimo mezzo secolo. Non si tratta però di una mostra di design, ma sul design. Può sembrare una sottigliezza, ma è invece una differenza importante. Non ci interessava tanto illustrare genesi o caratteristiche dei singoli progetti e oggetti, rivolgendoci così a un pubblico di addetti ai lavori, bensì immergere il visitatore in un percorso, quanto più suggestivo possibile, che raccontasse evoluzione, usi, costumi e dunque un pezzo di storia italiana. Questa parte della mostra, che coincide con la collezione storica del Premio Compasso d’Oro, è allestita nel Palazzo delle Esposizioni. Alla Pelanda si trovano invece oggetti e progetti del presente, circa trecento nuovi prodotti realizzati nell’ultimo triennio, già selezionati e tra i quali la giuria sceglierà a breve i vincitori» . «Il progetto del lavoro» , «Dalla ricerca al quotidiano» , «Nuovi italiani nuove cose» , «Tempo libero» , «Il rigore del poco» , «La liberazione dei linguaggi» , i titoli scelti per le sei sezioni in cui è suddivisa la mostra storica, con trecento esemplari premiati dal «Compasso» come esempi di eccellenza del design made in Italy. La macchina da scrivere «Lettera 22» di Marcello Nizzoli, presente anche con l’altrettanto celebre macchina da cucire «Mirella» esposta anche al Moma di New York e realizzata per la Necchi, le lampade di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, le invenzioni di Joe Colombo, il genio creativo di Vico Magistretti con la sua lampada «Eclisse» del 1967 o l’apparecchio telefonico «Grillo» inventato da Marco Zanuso e Richard Sapper: in mostra un lungo alfabeto di oggetti e autori — Sottsass, Gregotti, Mari, Pininfarina, Albini, Munari, Giugiaro, Mendini— per un viaggio che attraverso le forme rievoca inevitabilmente anche il ruolo di istituzioni e aziende, dai più celebri marchi nazionali come Fiat e Olivetti, alle fabbriche del bel vivere o del vivere moderno, quali Cassina o Artemide. «Dall’esposizione — spiega ancora Morteo — emerge l’evoluzione di stili di vita, la trasformazione dei comportamenti sociali e dei consumi, si tratti di osservare semplici oggetti di uso domestico o più complessi macchinari industriali, si tratti di auto o giocattoli, di tessuti decorativi o prodotti editoriali» . Non solo oggetti «parlanti» , il percorso espositivo è infatti arricchito da altri materiali eterogenei, in grado di comporre quell’affresco di storia del made in Italy che è l’obiettivo principale della rassegna: testimonianze video, documentari d’archivio, immagini di cronaca, spot pubblicitari, frammenti di film, una selezione di immagini del grande fotografo Ugo Mulas, una rassegna di manifesti originali dal Massimo e Sonia Cirulli Archive e documenti conservati nell’Archivio Albe e Lica Steiner. Nel catalogo, edito da Marsilio, saggi e interventi, tra gli altri, di Antonio Marzano, Paolo Mieli, Giuseppe Roma.
Edoardo Sassi