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 2011  maggio 27 Venerdì calendario

FIAT E SUZUKI, L’INCONTRO DI TORINO —

Gli alleati giapponesi di Volkswagen in missione, al massimo livello, a Torino. Mercoledì scorso, mentre era in corso la due giorni per il lancio della nuova Ypsilon del Lingotto, cinque componenti della famiglia Suzuki, guidati dal presidente Osamu Suzuki, erano alloggiati in un lussuoso hotel del capoluogo sabaudo. Una visita di cortesia all’Italdesign di Giugiaro, marchio a s s o r b i t o da Volkswagen, per vedere futuri modelli, ci poteva senz’altro stare, ma perché muoversi a così alto livello? L’alternativa era un incontro con i vertici di Fiat-Chrysler nelle ovattate e protette sale del Lingotto. Oggi il marchio nipponico è posseduto per il 19,9%da Volkswagen, una posizione che lascia ancora qualche indipendenza, ma il gruppo tedesco ha esercitato forti pressioni per aumentare ulteriormente il suo peso azionario. Lo stesso Osamu Suzuki ha però apertamente dichiarato di non voler diventare il 12 ° marchio di Wolfsburg, sbarrando qualsiasi tentativo di nuove «scalate» . Sergio Marchionne, a margine della presentazione della nuova piccola Lancia, ha fatto intendere che disertava la riunione annuale di Confindustria, poiché aveva «tante persone da incontrare» . Le porte, pur blindate di Fiat, hanno comunque lasciato trapelare che l’incontro c’è stato. Il brand giapponese è ambìto dai costruttori perché produce autovetture adatte a mercati sempre più strategici, come Cina ed India, dove Fiat è in sofferenza. Volkswagen ha sperato di poter sviluppare con Suzuki auto di piccole dimensioni, adattandole perfettamente ai progetti industriali del giapponese, leader in Asia. L’alleanza tra Fiat e Chrysler intanto comincia a dimostrare un’integrazione concreta che determina vere strategie congiunte e Marchionne ha puntualizzato: «Dobbiamo agire indifferentemente nelle varie porzioni geografiche del nostro gruppo» . Se con Chrysler si possono realizzare bene vetture del segmento «D» e «E» , con Fiat si copre la fascia «B» e «C» , senza però saturare le crescenti richieste provenienti dal mercato globale che domanda auto di dimensioni più piccole, di basse emissioni, anche con trazione integrale. È questa la «finestra» che potrebbe mettere in comunicazione il gruppo italo americano con quello giapponese, a cui si aprirebbero anche, grazie a Fiat, nuovi panorami in Brasile, dove l’industria italiana è protagonista. Nella galassia della casa di Wolfsburg, Suzuki corre il rischio di essere emarginata nell’area delle produzioni low cost, mentre le sue aspirazioni sono esattamente il contrario. Sarebbero questi i malumori che spingerebbero Osamu Suzuki a considerare il taglio del cordone che lo lega al gruppo tedesco, per accedere ad un mondo industriale indipendente, che lui ha sempre difeso. Con Fiat si aprono gli accessi alle motorizzazioni più moderne, in particolare a quel Twinair che è il propulsore ideale per le piccole cittadine. Tra Fiat e la centenaria casa orientale del resto esiste, da tempo, un rapporto di collaborazione. Insieme hanno realizzato un suv — «Sedici» nel listino italiano, «SX4» in quello giapponese — e sono stati forniti motori diesel prodotti, su licenza, nel continente asiatico.
Bianca Carretto