Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 27 Venerdì calendario

Diani Fabio

• 1972 (~) Appuntato della Guardia di Finanza in servizio a Pavia, il 18 ottobre 2010 fu arrestato con l’accusa di concorso in «accesso abusivo a sistema informatico»: «Oltre 1300 accessi abusivi illegali. Dichiarazione dei redditi, movimentazioni catastali e patrimoniali. Notizie che, una volta estrapolate dalle banche dati del ministero dell’Economia, con una puntuale tempistica, finivano qualche giorno dopo sulle pagine del settimanale Panorama. Lavoro giornalistico? Secondo un’inchiesta della procura di Milano, molto più semplicemente, il risultato di un reato [...] L’indagine è nata da uno screening interno effettuato dal comandante del nucleo provinciale delle Fiamme gialle pavesi, Domenico Grimaldi. Gli accessi anomali al computer del sottufficiale hanno fatto scattare la successiva inchiesta. Oltre mille quelli effettuati negli ultimi due anni, su una quarantina di soggetti in tutto. Così si sono scoperte notizie che dovevano rimanere riservate su Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, sull’europarlamentare Luigi De Magistris, su Marco Travaglio e Patrizia D’Addario. Al setaccio i conti, le proprietà e gli spostamenti economici di praticamente tutta la famiglia Agnelli, da Lapo Elkann alla nonna Marella. Nel calderone anche il giudice civile milanese, Raimondo Mesiano, colui che in primo grado ha condannato la Fininvest a risarcire alla Cir (editrice del Gruppo Espresso) 750 milioni di euro per lo “scippo di Segrate”. L’elenco termina con intrusioni su dati sensibili riguardanti il consulente informatico di molte procure, Gioacchino Genchi, per finire all’ex leader delle tute bianche, Luca Casarini. [...]» (Davide Carlucci, Emilio Randacio, “la Repubblica” 19/10/2010).