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 2011  maggio 27 Venerdì calendario

DelLucchese Alfredo

• Terricciola (Pisa) 29 gennaio 1944, Roma 17 maggio 2010. Giornalista • «[...] era una colonna di Repubblica. [...] Alla carta stampata ha dedicato la vita: ha cominciato giovanissimo nella sua Livorno (città d’adozione per lui nato a Pisa) al Telegrafo. Era molto legato a quell’esordio: raccontava spesso di come i giornalisti - dopo una lunga lotta - salvarono il quotidiano dalla chiusura, traghettandolo poi nella nuova testata del Tirreno. Forse fu lì che nacque la sua passione per le battaglie sindacali, l’organizzazione del lavoro e la sua ossessione per i bilanci in ordine dei giornali. Dopo il Tirreno passò alla Nuova Sardegna (dove è stato caporedattore e vicedirettore), ma è a Repubblica che [...] ha legato la sua esistenza: arrivato nella sede romana di via dei Mille assunse subito un ruolo decisivo nell’ufficio centrale, il cuore del giornale. E fu qui che si delineò la sua vocazione: che era quella di essere un quadro dirigente, un giornalista che non scrive ma organizza gli altri, si carica sulle spalle i problemi e le complicazioni di un grande gruppo di lavoro, e tutti i giorni porta il quotidiano al miracolo della chiusura in tipografia. A Repubblica ha occupato incarichi decisivi: è stato capo delle redazioni di Napoli e Milano, capo redattore centrale, vicedirettore. Elegante, ironico, allegro, brusco come lo sono a volte i toscani. Erano leggendarie le sue sfuriate, intercalate dal livornesissimo “deh”: quando si accorgeva che la “macchina” non stava procedendo velocemente verso la chiusura come avrebbe dovuto, quando un settore stava per “bucare” una notizia importante, quando un inviato ritardava a mandare il pezzo, prendeva il pacco dei giornali che aveva sul tavolo, lo gettava in terra imprecando e urlando “deh, qui si va tutti a casa”. Durava un attimo. E si tornava al lavoro. Ma dietro la sua scorza burbera nascondeva una grande dolcezza e una grande umanità. Alfredo Del Lucchese conosceva tutto e soprattutto tutti dentro il giornale: aveva curiosità, capacità di ascolto, un’infinita pazienza. Non c’era redattore di una redazione locale di cui non sapesse nome, cognome, attitudini umane e professionali. Col tempo era diventato la persona cui ci si rivolgeva se si aveva bisogno di un consiglio, se si aveva un problema, se si voleva fare una richiesta. A pranzo lo vedevi sempre al tavolo di una delle trattorie sotto il giornale ad ascoltare la confessione o lo sfogo di un collega. Cercava sempre, se poteva, di accontentarne le esigenze. Anche per questa sua dote, negli ultimi anni, lasciata la vicedirezione, aveva assunto un ruolo particolare e inedito: quello di consulente della direzione per l’organizzazione del lavoro. Sembra un impegno burocratico: ma un giornale è una macchina infinitamente complicata in cui è importante riuscire a inventare soluzioni adeguate, trovare le risorse, mettere le persone giuste al posto giusto, cercando di non creare delusioni e ingiustizie. In questo il lavoro di Alfredo Del Lucchese - una vera cerniera tra la redazione, il Cdr, la direzione e l’amministrazione - è stato prezioso. [...]» (Gregorio Botta, “la Repubblica” 18/5/2010).