GIUSEPPE FILETTO , Repubblica 23/5/2011, 23 maggio 2011
ESPULSO, CONTINUAVA A DIRE MESSA LA BEFFA DEL SEMINARISTA ARRESTATO - GENOVA
Nella canonica della chiesa di "Santo Spirito", da chierichetto di don Riccardo Seppia, aveva trovato l´ispirazione, la vocazione religiosa a diventare anche lui sacerdote. A consigliare l´ingresso in seminario ad Emanuele Alfano era stato il parroco, suo amico ed amante, oggi in carcere per pedofilia, cessione di cocaina e induzione alla prostituzione minorile. Era bastato un anno di propedeutica per scoprire l´omosessualità del giovane, che dal rettore era stato "invitato a lasciare il seminario, perché inopportuno al sacerdozio". Ma l´ex seminarista, oggi in cella anche lui per gli stessi reati (tranne la droga) contestati al suo "maestro", nel 2007 era tornato nella chiesa di via Ludovico Calda e tutte le domeniche sull´altare aiutava don Seppia a celebrare messa.
Diversi parrocchiani sapevano per quale ragione il giovane era stato allontanato dal seminario del Chiappeto e qualche segnalazione era giunta pure alla Curia, ai tempi retta dal cardinale Dionigi Tettamanzi. I fedeli anche recentemente erano a conoscenza delle strane abitudini di don Riccardo: tornava a casa alle 4 del mattino, ospitava amici in canonica. Ma l´attuale arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, assicura di non avere mai ricevuto alcuna lamentela.
«Gli avevo consigliato di non frequentare quel parroco - avrebbe detto la mamma di Emanuele agli investigatori al momento dell´arresto - abbiamo cercato di allontanarlo da quella chiesa, capivamo le difficoltà di trovare una sua strada e di ricostruirsi una vita». La casa dell´ex seminarista è a due passi dalla parrocchia e la sua omosessualità non lo aveva portato lontano, diventando amico-amante di don Riccardo, di colui che secondo i genitori lo ha trascinato all´inferno. Nello stesso carcere di Marassi. Qui sale la tensione, tanto che oggi, alle 11, don Seppia sotto protezione sarà trasferito all´istituto di pena di Sanremo, dove c´è una sezione dedicata ai "sex offenders", i predatori sessuali.
Le indagini, affidate ai carabinieri del Nas di Milano, tentano di ricostruite la vita dell´ex seminarista, fin dal ´95, quando don Riccardo arrivò a Sestri Ponente, quartiere industriale di Genova. Cercano di capire se il prete abbia abusato del suo "allievo" già allora e se questa sia stata l´iniziazione. Vogliono snidare eventuali abusi sui minori. D´altra parte il fascicolo in mano al pm Stefano Puppo contiene le dichiarazioni del quindicenne chierichetto: «Mi ha baciato e mi ha stretto da dietro». Il parroco nega: «Il bacio è di affetto..., l´ho abbracciato, lui ha equivocato».
La piccola comunità religiosa, sconvolta dall´inquietante vicenda, si dice offesa. Ieri, oltre allo striscione "Preti pedofili al rogo", comparso allo stadio (curva Nord del Genoa), sulla facciata della chiesa sono rispuntate nuove scritte contro il parroco: "Infame di m..., bastardo, i bambini non si toccano». Sull´asfalto la firma: Forza Nuova. «Siamo feriti, non c´entriamo nulla con questa storia - dice una parrocchiana - gli insulti non ci fanno piacere, perché non li vanno a scrivere davanti al carcere, dove è detenuto?».
«La Chiesa vi è vicino», ha detto però don Stefano Moretti, ieri mandato a "Santo Spirito" per celebrare la messa. «Vi porto la benedizione del Santo Padre - ha sottolineato ai fedeli - che giovedì l´ha impartita al cardinale Bagnasco». Il vice parroco della vicina chiesa di San Giovanni Battista, non ha mai citato don Riccardo e la squallida vicenda.