Federica Furino, Gioia 20/5/2011, 20 maggio 2011
MA IL PUNTO G DELL’UOMO SONO LE DONNE
MA IL PUNTO G DELL’UOMO SONO LE DONNE -
Il professore di desiderio ha toni rassicuranti, ma la sua versione dei fatti somiglia a un’autopsia post-traumatica, più che a una lezione di geografia, come la chiama lui. Sul tavolo dell’obitorio, appunto, il desiderio maschile, o quello che resta. A sezionarlo, Franco La Cecla, antropologo e urbanista, indagatore delle vie dell’eros nel libro Il punto g maschile (Nottetempo) che presenterà il 29 maggio dei Dialoghi sull’uomo di Pistoia.
La salute del desiderio maschile?
«Una devastazione. Sopravvivere a certi attacchi è dura».
Quali attacchi?
«Della morale comune. Il desiderio maschile è considerato invadente, disdicevole e egoista. C’è l’idea che gli uomini desiderino cose impronunciabili».
Diffamazione?
«A forza di sentirselo ripetere, ormai la pensano così anche i diretti interessati».
Ammetterà che un po’ di vero c’è.
«È la natura. Nel desiderio maschile c’è una specie di ansia predatoria. Questo in teoria».
E in pratica?
«Oggi capita questo: da una parte la morale dice che desiderare alla maniera del maschio eterosessuale non è corretto, dall’altra tutto spinge il desiderio femminile a omologarsi con quello omosessuale».
Tutto cosa?
«C’è un monopolio omosessuale dell’immagine maschile che influenza anche il desiderio femminile. La moda per esempio, mondo fortemente omosessuale, porta le donne a desiderare gli uomini esattamente come vengono desiderati da altri uomini».
Morale?
«Il desiderio si appiattisce».
Che cosa lo accende, di solito, in un uomo?
«Prima di tutto la bellezza. Una trappola. Perché il concetto non è solo: “Voglio farmi quella”. Ma: “Voglio farmela a costo di rovinarmi”».
Se non sei bonazza, addio?
«Almeno devi essere un po’ imbranata».
Prego?
«Agli nomini piace dimostrare che sono esperti del fascino erotico di una donna più di quanto lo sia lei stessa. Pensare le donne come le pensa un maschio è guardarle come se non fossero coscienti di quello che le fa piacere».
E le donne che ne pensano?
«Il contrario. Negli ultimi trent’anni giocano il ruolo di quelle che scelgono».
Scelgono chi?
«L’uomo cool, indifferente, anaffettivo. Uno che non si occupa di loro. Per conquistarle gli uomini devono recitare un ruolo adolescenziale e omosessuale, e fare gli indifferenti. Chi mostra il desiderio viene considerato un bavoso».
Il seduttore si estinguerà?
«No. Esisteranno sempre contesti in cui è l’uomo a far succedere le cose. Ma c’è una svalutazione del desiderio. Gli antichi pensavano che fosse una forza pericolosa, oggi sembra quasi una cosa banale, a cui dedicarsi nel tempo libero».
Morale?
«Il messaggio che passa è: le donne non hanno bisogno degli uomini. Come se il desiderio fosse un fatto personale, non un dialogo a due. E una società ascetica, dove la gente non se la gode per niente. Conta solo il lavoro, e il piacere non è un problema della collettività ma privato. Come nel Medioevo. Solo non finisci più sul rogo. Ma, implicitamente, ti fanno credere che rinunciare al desiderio è giusto».
Le cronache sembrano darle torto. Prenda Dominque Strauss- Khan, il direttore del Fondo monetario internazionale accusato di violenza su una cameriera.
«Mi sembra una vicenda molto strana. Ammettiamo che sia vero. Nel delirio di onnipotenza del potere c’è anche un idea di impunità».
Rispetto al desiderio maschile, cosa prova?
«Che è infantile e incapace di essere realista. Sembra la scena di un film».
Le Pen lo paragona a Berlusconi.
«A me ricorda il caso Marrazzo: un uomo al vertice del potere che ha bisogno di degradarsi».
Berlusconi no?
«Lui ha solo assorbito il messaggio femminista».
Prego?
«È convinto di essere un porco senza scusanti, di non avere ne.
Questa va spiegata.
«Da quello che si sa, ha sempre comprato le sue donne, e il messaggio è: “Perché dovrebbero vebire con me?”. È la prima volta nella storia del potere che un potente è così impotente. Picasso non pagava le sue mogli, ed era più anziano. Anche Mitterand rimorchiava un casino. Che bisogno hai di mettere i soldi di mezzo quando hai il potere?
Secondo lei?
«È una forma di viagra: perché altrimenti non ce la fai. Per colpa sua i vecchi non possono più sperare. Le donne non l’hanno presa bene. Storie. Dovevano incatenarsi davanti a Palazzo Chigi in bikini. Invece di dire: “Io sono buona e tu sci cattivo”, atteggiamento cattolico, dovevano fare come le ucraine che protestano a seno nudo. Dirgli: “Tu di sesso non capisci niente”. E non: “Tu sei un vecchio porco”, perché quello lo sa benissimo anche lui».
Mai contento, lei.
«Le donne non riescono a uscire dal moralismo. Questo non è un Paese per gaudenti. Al posto di un libero scambio di amore tra persone responsabili, ci sono piagnistei atroci».
Nel suo libro scrive che uomini e donne non sono amici nel desiderio.
«Socrate nel Simposio dice che l’amante desidera l’amato come il lupo desidera l’agnello. C’è violenza nel desiderio. Non è: ti voglio prendere se tu vuoi. È: ti voglio prendere e basta».
Il desiderio è sempre immorale?
«E amorale. Non serve a nulla, non puoi addomesticarlo».
Dov’è il punto g dell’uomo?
«È fuori da lui. Sono le donne».