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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

DALLA WORLD BANK 6 MILIARDI DI DOLLARI A EGITTO E TUNISIA

La Banca mondiale fornirà nei prossimi due anni nuovi prestiti per 6 miliardi di dollari a Egitto e Tunisia. L’annuncio è stato dato dal presidente della World Bank, Robert Zoellick, alla vigilia del vertice del G-8 a Deauville, in Francia, dove il sostegno della comunità internazionale alla transizione democratica in Medio oriente e Nordafrica sarà uno dei principali argomenti in discussione fra i capi di Stato e di Governo dei grandi Paesi industriali. «Le rivoluzioni in Medio Oriente e Nordafrica - ha dichiarato Zoellick in una teleconferenza - offrono grandi opportunità, ma presentano anche enormi sfide e rischi». Il G-8 punta a varare un pacchetto di aiuti economici e finanziari ai due Paesi che hanno fatto da battistrada alla "primavera araba".

Dei fondi della Banca mondiale, 4,5 miliardi di dollari andranno all’Egitto, il quale otterrà anche un finanziamento dal Fondo monetario, che ha una missione al Cairo in questi giorni per la definizione del programma economico. L’Arabia Saudita ha a sua volta annunciato nei giorni scorsi aiuti all’Egito per 4 miliardi di dollari. Anche gli Stati Uniti hanno detto di voler sostenere l’Egitto con 2 miliardi di dollari, di cui la metà riguarda la cancellazione di vecchio debito. I finanziamenti della Banca mondiale, ha detto Zoellick, dipenderanno dai tempi e dalla profondità delle riforme che verranno intraprese dai due Paesi. Il pacchetto comprende tra l’altro un sostegno ai bilanci pubblici e un supporto al settore privato. La Tunisia riceverà un miliardo di dollari, oltre a 500 milioni che erano già stati annunciati, ma devono ancora essere approvati dal consiglio della Banca.

Le vicende di Egitto e Tunisia, oltre ai disordini in Bahrein, Libia, Siria e Yemen, sono uno dei principali fattori che hanno frenato in questi mesi l’economia della regione. In nuove previsioni diffuse ieri, la Banca mondiale stima che nel 2011 il Medio oriente e il Nordafrica cresceranno del 3,6%, ben al di sotto del 5% previsto anche solo pochi mesi fa. In casi di transizione come questi, ha sottolineato il capo economista della Banca per quest’area, Caroline Freund, le cose peggiorano con un calo della crescita anche del 3-4% prima di migliorare per effetto delle riforme. I Paesi del Golfo, però, che beneficiano dell’export petrolifero, continueranno a godere di una crescita superiore al 5 per cento. Le previsioni mostrano nette differenze da Paese a Paese a seconda che si tratti di esportatori o importatori di petrolio e se le economie sono state colpite o no dai recenti disordini politici e sociali.

«I soldi da soli non sono la risposta», ha affermato il presidente della Banca mondiale. «Le nuove previsioni sottolineano non solo il bisogno di sostegno finanziario, ma anche la centralità dell’adozione di politiche corrette». Secondo Zoellick, lo sviluppo della regione dipenderà da quattro elementi: il miglioramento della governance, aprendo il governo ai cittadini, l’inclusione sociale, politiche per la creazione di posti di lavoro in un’area in cui la disoccupazione giovanile è attorno al 24%, e l’accento sul settore privato come principale motore della crescita e dell’occupazione. L’altro elemento cruciale, secondo Zoellick, sarà la capacità di attrarre investimenti, sia nazionali sia esteri.

La Banca mondiale stima che la regione ha bisogno di creare fra 50 e 75 milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio solo per assorbire i nuovi entranti. Sulla base delle tendenze attuali si dovrebbero creare quest’anno 4,8 milioni di nuovi posti.