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 2011  maggio 23 Lunedì calendario

Torna la nube C’è pericolo? - Un vulcano islandese torna a minacciare i voli: che cosa sta succedendo? Una nube di cenere potrebbe espandersi sui cieli d’Europa per colpa del vulcano islandese Grimsvötn in eruzione, e questo minaccia di compromettere l’operatività degli aerei; l’anno scorso fu l’attività di un altro vulcano, ma più piccolo, dall’impronunciabile nome di Eyjafjallajokull, sempre collocato in Islanda, a gettare scompiglio nei voli di linea e in quelli militari di tutto il Vecchio continente

Torna la nube C’è pericolo? - Un vulcano islandese torna a minacciare i voli: che cosa sta succedendo? Una nube di cenere potrebbe espandersi sui cieli d’Europa per colpa del vulcano islandese Grimsvötn in eruzione, e questo minaccia di compromettere l’operatività degli aerei; l’anno scorso fu l’attività di un altro vulcano, ma più piccolo, dall’impronunciabile nome di Eyjafjallajokull, sempre collocato in Islanda, a gettare scompiglio nei voli di linea e in quelli militari di tutto il Vecchio continente. Se la nube ci raggiunge ci sarà pericolo reale per chi vola? Il fatto è controverso: un anno fa ci fu un lungo blocco, ma accompagnato da polemiche perché molti esperti ritenevano che le preoccupazioni fossero esagerate. Tuttavia quando c’è di mezzo la sicurezza dei voli si fa sempre la scelta più prudente, quindi è possibile che ci aspettino blocchi dei voli. Di che entità ancora non si può sapere. Che cosa fa il Grimsvötn? Il vulcano era in sonno dal 2004, si è risvegliato all’improvviso. La sua nube si è levata rapidamente fino a 15 o 20 chilometri di altezza. L’ente islandese responsabile dell’aviazione (equivalente al nostro Enac) ha imposto il divieto di volo in un raggio di circa 200 chilometri dal cono vulcanico. Come mai è stata imposta un’interdizione ai voli? Il problema è che le particelle di cenere sospese possono danneggiare i motori degli aerei, accumulandosi nei loro ingranaggi, fino a bloccarli facendo precipitare gli aerei. Anche un danneggiamento che non sfociasse in una catastrofe costituirebbe comunque un grave problema economico per le compagnie. L’entità dei danni ai motori (e quindi il rischio per le persone) dipende dalla dimensione media delle particelle e dalla loro concentrazione, però non esistono delle tabelle internazionali accettate da tutti e che possano fissare degli standard sicuri per l’ampiezza delle zone di non volo. Quel che è certo è che avventurarsi con un aereo proprio dentro a una nube vulcanica sarebbe pericolosissimo, poi c’è una zona grigia di rischio dai contorni sfumati. I vulcani eruttano spesso eppure questi problemi con le ceneri sono rari. Perché? Anche altri vulcani, inclusi quelli italiani, a volte creano rischi agli aerei per via delle ceneri, di solito però entro un raggio ridotto. I vulcani islandesi come il Grimsvötn e il Eyjafjallajokull tendono a dare più problemi perché sulle loro falde, o nelle immediate vicinanze, ospitano dei ghiacciai, e secondo gli esperti è il mix di cenere e acqua a creare le particelle più pericolose. Ma la remota Islanda non è a distanza di sicurezza dai nostri cieli? No. Le correnti atmosferiche trasportano le particelle per migliaia di chilometri (anzi possono portarle addirittura a fare i giro del mondo). Naturalmente con la distanza la concentrazione delle ceneri tende a ridursi, ma una corrente orientata con decisione verso di noi rischia di portarci il problema in casa. D’altra parte le particelle più pesanti sono quelle che cascano a terra per prime. I fattori interagenti da considerare sono molti. Al momento, la situazione delle correnti atmosferiche come si sta evolvendo? Ieri veniva fatta questa previsione a cinque giorni: se l’eruzione continua con la stessa intensità, l’andamento previsto delle correnti atmosferiche porterà la nube del vulcano islandese sulla Scozia e su alcune altre porzioni della Gran Bretagna entro il mezzogiorno di domani, poi le ceneri si dirigeranno verso la Francia occidentale e il Nord della Spagna per arrivarci entro giovedì o al massimo venerdì. C’è una zona di bassa pressione che si sta espandendo e che potrebbe coinvolgere l’Italia portandoci il problema delle particelle in casa. L’anno scorso che danni ha fatto il vulcano ai voli? Sono stati cancellati 100 mila voli lasciando a terra 8 milioni di persone. I danni sono stati calcolati in 5 miliardi di dollari, sommando i costi dei viaggi turistici annullati, delle merci deperite per l’impossibilità di volare eccetera. Quanto al presente, in Italia l’Ente nazionale per l’aviazione civile fa sapere che sui nostri aeroporti non si registra alcuna ripercussione (per il momento). Ma la situazione andrà monitorata nei prossimi giorni. Se la nube arriva, non ci sarà alternativa al blocco dei voli? Non è chiaro. Al di fuori dell’Europa anche in luoghi dove ci sono condizioni naturali simili a quelle dei vulcani islandesi (inclusa la vicinanza di ghiacciai che fa interagire l’acqua con la cenere) si tende a imporre delle zone di non volo molto più ristrette. L’anno scorso i piloti sono stati critici per quello che hanno percepito come un divieto troppo esteso. Verso la fine della crisi è sembrato che anche gli enti europei responsabili dei voli avessero un ripensamento. Vediamo come andrà stavolta.